Gpl, l’udienza al Tar nel maggio 2018

Chioggia. Il comitato: «Per quella data i lavori saranno conclusi». Intanto ieri mattina il cantiere ha ripreso l’attività
CHIOGGIA. Il Tar si pronuncerà sulle autorizzazioni ambientali dell’impianto Gpl il 10 maggio 2018. La data, comunicata alle parti in causa, non soddisfa le aspettative del comitato No Gpl e del Comune che speravano, dopo il monito del Consiglio di Stato, che si entrasse nel merito della questione nei primi giorni del 2018. Il comitato sta continuando con gli incontri pubblici e nei giorni scorsi ha inviato una richiesta di udienza in Procura.


Ieri il cantiere di Punta Colombi, che era rimasto fermo in attesa del rifornimento di materiale, ha ripreso i lavori. La recinzione, divelta dal vento di bora la scorsa settimana, è stata ripristinata e gli operai sono tornati ai propri posti. «Col sequestro preventivo di fine settembre (poi revocato dal Tribunale del riesame) e con l’esaurimento delle scorte di materiale», spiega Roberto Rossi, presidente del comitato, «abbiamo guadagnato un mese e mezzo. Purtroppo ci eravamo illusi, dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che aveva chiesto al Tar di entrare nel merito con una certa sollecitudine bocciando la data del 18 ottobre 2018 inizialmente fissata dal Tar, che a inizio anno si potesse discutere sull’assenza dell’autorizzazione paesaggistica che ha motivato l’ordinanza del Comune di messa in pristino dei luoghi. L’udienza fissata per il 10 maggio ci lascia davvero con l’amaro in bocca, passeranno altri sei mesi e il cantiere sarà quasi concluso. Noi comunque stiamo lavorando alla memoria difensiva e ai primi di dicembre chiuderemo anche le adesioni delle sigle economiche e del turismo che hanno deciso di supportare concretamente il ricorso».


Delusi per la data anche gli operatori del porto, tra i primi a dare battaglia legale contro l’impianto. «A maggio si metteranno in risalto solo le questioni legali e politiche», spiega Alfredo Calascibetta, presidente del comitato rilancio del porto, «perché l’impianto sarà già finito. A questo punto dobbiamo confidare sul lavoro alacre che sta facendo la Procura che siamo certi porterà a risultati importanti. Alla fine di questa vicenda ci premureremo di fare nomi e cognomi di tutte le persone, documenti alla mano, che non hanno avuto a cuore le sorti di questa città. Nel 2015, con raccomandata, avevamo posto il problema dell’impianto alle autorità comunali, metropolitane e regionali e alle categorie. Nessuno si è degnato di una risposta, sembrava che la questione riguardasse solo il porto. Se qualcuno si fosse svegliato prima forse le cose oggi sarebbero diverse». Riflettori puntati sulla Procura anche da parte dei No Gpl. «Confidiamo davvero che ci siano altre svolte nelle indagini a breve», spiega Rossi, «il procedimento amministrativo è importante, ma la Procura sta vagliando tanti aspetti, alcuni molto delicati che potrebbero risultare decisivi. Il nostro legale, Matteo Cerruti, ha inviato richiesta alla Procura per un’udienza. Stiamo attendendo la convocazione».


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