«Gpl, lavori diversi dal progetto votato»

L’ex sindaco Casson e Boscolo Capon, ex consiglieri di Aspo, scrivono al ministero dell’Economia

CHIOGGIA. Riflettori puntati di nuovo su Aspo come soggetto titolato a fermare i lavori di Costa Bioenergie per la realizzazione dell’impianto Gpl. Gli ex membri del cda di Aspo, che nell’aprile 2014 votò l’ampliamento per ulteriori 3.900 metri quadri dell’area in concessione a Costa Bioenergie, Giuseppe Casson e Beniamino Boscolo Capon, hanno inviato a tutti gli enti coinvolti (Mise, Aspo, Regione, Città metropolitana, Capitaneria, Comune) una memoria in cui sostengono che quello che oggi si sta realizzando non sia mai stato autorizzato dal cda. In sostanza la ditta non avrebbe il permesso dell’ente proprietario del terreno per fare qualcosa di diverso da attività di bunkeraggio per il rifornimento delle navi. Una tesi che Casson, anche quand’era sindaco, aveva già sostenuto, ma che oggi, in accoppiata con Capon, ha deciso di formalizzare con un’istanza al Ministero dello Sviluppo economico e a tutti gli enti a vario titolo coinvolti.

«Tutto ciò che è stato votato dal consiglio di Aspo», spiegano Casson e Capon, «è stato poi riprodotto e autenticato negli atti notarili conseguenti, quello del notaio Prosperi del 23 luglio 2015 che ha integrato i contenuti del contratto autenticato dal notaio Caputo il primo agosto 2012. Ci si chiede, quindi, in base a quale titolo e in forza di quale mandato Aspo abbia partecipato ai lavori della Conferenza di servizi, che si è svolta a Roma, e abbia assentito alla costruzione di un impianto non conforme alla pianificazione portuale vigente».

Alla Conferenza dei servizi di Roma prese parte, per conto di Aspo, l’ex sindaco Romano Tiozzo. «Negli atti costitutivi del diritto di superficie concesso a Costa Bioenergie», spiegano i due consiglieri, «si fa espresso riferimento ai certificati di destinazione urbanistica rilasciati dal Comune, riferiti alla sola attività di bunkeraggio. Entrambi i contratti delimitano i confini di azione della società cui è tuttora consentito di utilizzare i terreni al solo fine di rifornire le navi presenti nel porto. Alla luce di questo crediamo sia doverosa un’immediata iniziativa di Aspo per impedire che Costa Bioenergie prosegua nei lavori, in violazione di quanto contrattualmente stabilito. Di riflesso al Mise si chiede di invalidare il decreto autorizzativo del 26 maggio 2015».

Atti ufficiali, quindi, che dichiarano che quanto si sta realizzando in Val da Rio non è il progetto che è stato votato. Sull’impianto di Gpl continuano le dichiarazioni contraddittorie ma resta la verità delle carte: è un distributore per le navi o un deposito? I “bomboloni” sono giganteschi.(e.b.a.)

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