«Gpl, la città perderà 700 milioni»

Studio di un commercialista calcola le ricadute del deposito sul sistema dell’economia di Chioggia

CHIOGGIA. Pesca, turismo e porto minacciati dal gpl. Lo sostiene il commercialista Carlo Albertini che ha realizzato uno studio, presentato ieri agli studenti del liceo Veronese, sulle possibili ricadute economiche del deposito gpl di Punta Colombi. A suo dire nel valore economico della città, stimato in 7 miliardi di euro, il gpl inciderà con una svalutazione almeno del 10%, pari a 700 milioni di euro. Nell’analisi costi-benefici il tecnico non individua alcun punto di vantaggio (occupazione, opere di compensazione, contributo di disturbo) derivante dal deposito.

Lo studio. Albertini aveva realizzato uno studio economico sulla città da presentare in un service del Rotary di cui fa parte, a cui ha allegato negli ultimi mesi un’analisi sull’incidenza dell’impianto, dopo aver seguito alcune manifestazioni organizzate dal comitato No Gpl. Ieri il commercialista è stato invitato dai rappresentanti di istituto del liceo Veronese a esporre lo studio nell’assemblea. La prima parte dell’analisi si fonda su dati oggettivi raccolti da fonti istituzionali, la seconda su valutazioni personali che tengono conto di alcuni primi segnali. «L’economia ha un riflesso certo sull’andamento demografico», spiega il commercialista, «Chioggia è scesa sotto i 50.000 abitanti quando è iniziata la crisi. Quando manca il lavoro si cercano soluzioni alternative altrove».

La città in numeri. Chioggia conta 49.650 abitanti, 21.600 famiglie, 3.674 imprese, 6.908 edifici di cui l’87% a uso residenziale. Pesca (444 imprese, 843 addetti, 212 imbarcazioni e 40 milioni di euro di fatturato), turismo (231. 000 arrivi, 1. 318. 000 presenze), agricoltura (mercato all’ingrosso con 120 aziende che conferiscono e 12 milioni di fatturato), porto (150 addetti, 500 navi mercantili attraccate, 45 milioni di fatturato) rimangono gli assi portanti dell’economia. «Esistono dei valori che si possono tradurre in numeri», chiarisce Albertini, «altri, come il valore sociale, ambientale e storico, che non possiamo quantificare».

Quanto vale Chioggia? A questa domanda il commercialista cerca di dare risposta sommando solo il valore del patrimonio immobiliare (5.5 miliardi di euro) e quello delle imprese (1.5 miliardi). Ne emerge che Chioggia, al netto delle risorse storiche, culturali, ambientali e sociali, vale 7 miliardi di euro. «Mi sono poi chiesto quanto possa incidere su questo dato l’impianto gpl», spiega il professionista, «e tenendo conto di alcuni dati e di alcuni primi segnali ho stimato un tasso di svalutazione del 10%, pari a 700 milioni di euro, derivanti dai riflessi negativi sia sul patrimonio immobiliare che sulle imprese, in primis quelle ittiche, turistiche e portuali».

Analisi costi-benefici. Nella comparazione il commercialista individua solo aspetti negativi. L’analisi dei benefici si conclude con uno zero. «Non sono previste opere di compensazione», sottolinea, «non sono previsti i cosiddetti contributi di disagio (una maggioranza alle tasse di chi esterno al territorio utilizza un servizio che pesa sul territorio) e non ci sono numeri importanti sul fronte occupazionale. Nei costi, invece, abbiamo già certezza di impatti negativi per i settori economici e il mercato immobiliare». E ancora: «Le case a ridosso dell’impianto, nei primi 250 metri, si sono svalutate, gli operatori turistici ricevono telefonate per informazioni su quanto distano le strutture dall’impianto e su quando sarà messo in funzione, per il porto e per la pesca ci saranno sicuri disagi perché all’arrivo delle gasiere la navigazione si fermerà, come durante le operazioni di travaso che durano 24 ore. Ci sarebbero poi da calcolare le ricadute in termini di sicurezza e di convivenza con un sito sensibile sul fronte degli attacchi terroristici».

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