Gpl, il Tar “censura” il Comune
I giudici ritengono valido l’ok dei Ministero, udienza a ottobre 2018
CHIOGGIA. Per il momento, nessuno si sbilancia, ma l’ordinanza con cui la seconda sezione del Tar del Veneto ha accolto la richiesta di sospensiva, presentata da Costa Bioenergia, contro il provvedimento comunale che imponeva lo stop al cantiere del Gpl, potrebbe essere una pietra tombale sull’opposizione per via giudiziaria (almeno quella amministrativa) alla realizzazione del deposito. Per due motivi: il Tar anticipa alcune considerazioni di merito che incrinano le tesi comunali ma, soprattutto, per la data in cui è stato fissato il giudizio di merito, 25 ottobre 2018. I giudici amministrativi, per prima cosa, censurano la procedura seguita dal Comune (ordinanza di sospensione dei lavori e ripristino dello stato dei luoghi), affermando che non era stata data, alla ditta, comunicazione di avvio del procedimento, «né alcuna indicazione circa le ragioni di urgenza che ne avrebbero giustificato l’omissione» e aggiungono che la procedura corretta sarebbe dovuta essere l’impugnazione dell’autorizzazione ministeriale a suo tempo concessa. Il Comune in realtà, l’impugnazione l’aveva fatta, ma in ritardo.
Sostiene, inoltre, il Tar che l’autorizzazione ministeriale rilasciata alla Costa Bioenergie, «mediante il richiamo all’art. 52 quinquies, comma 2, del Dpr 327/2001, sostituisce, anche ai fini urbanistici ed edilizi nonché paesaggistici, ogni altra autorizzazione, concessione, approvazione, parere, atto di assenso e nulla osta comunque denominati, previsti dalle norme vigenti».
Insomma, torna l’interpretazione di legge sostenuta dal ministero della Sviluppo economico, ma non da quello dell’Ambiente, che aveva “bloccato”, in passato, le azioni legali del Comune. La cosa potrà anche essere discussa nel merito, ma se l’orientamento del Tar è questo, difficilmente cambierà al momento dell’udienza. Ma il colpo di grazia, nei confronti del Comune, è la data del’udienza di merito, tra un anno e tre mesi, quando i lavori, presumibilmente, saranno finiti, o quasi.
Diego Degan
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Video