Gpl, dalla Regione ingiunzione all’Aspo
CHIOGGIA. La Regione batte cassa da Aspo. La sezione logistica e ispettorato di porto ha inviato l’ingiunzione di rimborso del finanziamento pubblico di 2.883.000 euro concesso a Aspo nel 2009 per realizzare la banchina A.
La decadenza del finanziamento, legato allo sviluppo del porto di Val da Rio, è motivata dal fatto che la banchina “sarà interessata dall’arrivo di navi gasiere e dalla connessa attività di travaso di Gpl”. La lettera, firmata dal direttore dell’unità organizzativa logistica e ispettorato del lavoro Luigi Zanin, è stata pubblicata nel Bur della Regione il 17 aprile. Un epilogo del genere era già stato ipotizzato dal comitato No Gpl da settimane, tenuto conto che «le distanze di sicurezza per un impianto di gpl da 9.000 metri cubi andranno a inibire qualsiasi tipo di attività nelle vicinanze rendendo di fatto a uso esclusivo una banchina realizzata con fondi pubblico per lo sviluppo di tutto il porto». Ora l’ingiunzione di pagamento è ufficiale.
Nella lettera con cui si comunica a Aspo la decadenza del finanziamento e la conseguente richiesta di rimborso si ripercorre la storia del finanziamento. I fondi derivavano da un programma europeo, il Por-Cro 2007-2013, e erano vincolati a un progetto di “Sistema intermodale per il porto di Chioggia: potenziamento banchina A e area di servizio e interscambio merci”. Nella lettera si richiama la normativa in materia: il regolamento comunitario 1083 del 2006 che stabilisce “che la partecipazione dei fondi comunitari resta imputata a un’operazione solo se viene rispettato il principio della stabilità delle operazioni finanziate, in base al quale l’operazione stessa, entro cinque anni dal suo completamento, non deve subire modifiche sostanziali che ne alterino la natura o le modalità di esecuzione, o che procurino un vantaggio indebito a un’impresa o a un ente pubblico” e la sentenza della quarta sezione della Corte di Giustizia europea del 14 novembre 2013 che ha chiarito che le modifiche sostanziali comprendono sia “quelle che intervengono nel corso della realizzazione di un’opera, sia quelle che intervengono successivamente, in particolare nella fase della gestione dell’opera stessa”.
Secondo la Regione le modifiche sostanziali nel caso della banchina A sono intervenute perché “l’iniziale attività di bunkeraggio di carburanti, prevista in adiacenza della banchina, è stata sostituita da una previsione di installazione di un deposito Gpl, collegato alla banchina attraverso una pipeline inserita nel cunicolo di servizio tecnico” e ne consegue la decadenza del finanziamento. «Non siamo affatto sorpresi», spiega il presidente dei No Gpl, Roberto Rossi, «era evidente che la Regione avrebbe chiesto il rimborso di soldi pubblici che sono stati utilizzati a vantaggio di una sola impresa e non dello sviluppo del porto. Più volte abbiamo chiesto spiegazioni sulla mission di Aspo, nata per la promozione e lo sviluppo dello scalo di Val da Rio. Purtroppo, anche utilizzando la procedura degli accessi agli atti, facciamo sempre molta fatica ad avere risposte».
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