Gpl a Chioggia, dissequestrato l’accesso del cantiere
CHIOGGIA. Dissequestrato l’accesso al cantiere del Gpl a Val da Rio, i lavori possono ripartire. Lo ha deciso mercoledì pomeriggio il Tribunale del Riesame di Venezia, accogliendo il ricorso presentato da Costa Bioenergie all’indomani della convalida del sequestro preventivo da parte del giudice delle indagini preliminari Massimo Vicinanza.
I sigilli tolti al varco significano che verosimilmente già entro un paio di giorni la ditta potrebbe ricominciare a lavorare per costruire il maxideposito di gas propano liquido contestato dalla città. I tempi esatti per la ripresa del cantiere dipendono essenzialmente dalle notifiche degli atti e dalla lettura del provvedimento da parte dei legali della società. Nessun commento ufficiale alla notizia, ieri sera, da parte di Costa Bioenergie. Ma è trapelata ben chiara la volontà di riprendere quanto prima il lavoro interrotto.
I sigilli all’ingresso al cantiere, su un’area di 156 metri quadrati, erano scattati il 21 settembre da parte della polizia giudiziaria della Capitaneria di Porto su richiesta del pm Massimo Michelozzi e convalidati dal gip il 28. L’ipotesi di reato era quella prevista dall’articolo 1161 del Codice della navigazione sull’occupazione abusiva di spazio demaniale. Sul registro degli indagati era stato scritto il nome del legale rappresentante della Costa Bioenergie, Luca Moroni, morto dieci giorni fa in un incidente stradale. Contro il provvedimento di sequestro si erano mossi gli avvocati della società che sta costruendo l’impianto. E ieri i giudici - presidente Angelo Risi - hanno disposto il dissequestro e la restituzione dell’area per quanto di competenza al Demanio e a Costa Bioenergie. All’origine del provvedimento di dissequestro ci sarebbe una errata qualificazione giuridica del provvedimento operato dalla Capitaneria di Porto. Peraltro è stato accertato che il passaggio esiste da anni, come testimoniato da fotografie aeree e da vecchie cartine, e che Costa Bioenergie avrebbe al massimo sistemato l’accesso per renderlo agibile al passaggio dei camion, chiudendo un canale di scolo.
Gli effetti del dissequestro del varco di accesso al cantiere dovrebbero essere evidenti già nei prossimi giorni. Appena scattati i sigilli, infatti, la società aveva deciso per un stop immediato dei lavori, giusto il tempo di analizzare il provvedimento e decidere con i legali la linea da seguire. I cantieri erano poi ripartiti: nonostante i camion non potessero più avere accesso al cantiere, all’interno c’era comunque a disposizione del materiale che aveva permesso agli operai di proseguire con alcune lavorazioni. Nelle ultime settimane, tuttavia, il cantiere si era completamente fermato: le scorte erano esaurite e non c’era modo di garantire l’approvigionamento. Gli operai avevano provveduto alla messa in sicurezza del sito e quindi alla chiusura temporanea. La decisione del Riesame ora cambia le carte in tavola a favore di Costa Bioenergie che si prepara a ripartire.
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