Gondolieri, no ai traghetti la rivolta di San Tomà

Protesta dei tre bancali contro la categoria: «Devono rispettare gli accordi» Chiedono la rotazione fra gli stazi e dieci nuovi sostituti per garantire il servizio

«Se volete che il traghetto funzioni dovete darci una mano. E dovete far rispettare gli accordi». I gondolieri San Tomà scendono in campo contro la categoria. E per la prima volta polemizzano apertamente contro i colleghi. «Ci sono degli accordi firmati e vanno rispettati», dicono a una sola voce i tre bancali del traghetto, Andrea Rizzo, Roberto Doria e Roberto Dal Gesso, «noi non ce la facciamo a tenere questi ritmi». Su 433 gondolieri che hanno la licenza, spiegano i tre, solo 24 sono a San Tomà, dove funziona ancora uno dei traghetti più usati dai veneziani e dai pendolari».

Chiaro che il servizio pubblico di traghetto è meno remunerativo del trasporto dei turisti. Fino a tre anni fa il Comune dava 600 mila euro di contributo. Poi è arrivato l’accordo, firmato dal presidente della categoria Aldo Reato e dal Comune. «Autogestione», libertà di sponsor. In cambio il Comune avrebbe curato la manutenzione dei pontili, dei pali e delle gondole da parada. «Ma questo non è successo», dice Rizzo, «abbiamo chiesto un incontro al commissario senza ottenere risposta. Chiediamo adesso che la categoria si pronunci». La richiesta è quella che sia l’associazione dei gondolieri a pagare una decina di nuovi sostituti che dovrebbero garantire i turni del traghetto e dunque il servizio pubblico. Un tema di cui l’assemblea dei bancali si dovrà occupare tra qualche giorno. «Da parte nostra siamo pronti», dice Reato, «ai 50 sostituti che entreranno in servizio a fine anno potremo aggiungerne altri dieci».

Per attivare così il progetto di riapertura dei traghetti cittadini, fiore all’occhiello della presidenza di categoria. Erano nove, adesso solo tre sono in funzione (San Tomà, Santa Sofia, Giglio). Sospesi per vari motivi il Carbon (i gondolieri ne hanno chiesto l’eliminazione), dal municipio a Riva del Vin, Ca’ Rezzonico-San Samuele, la Dogana. Ma anche San Marcuola e San Beneto. In alcuni casi potrebbero essere pubblicizzati. Non soltanto come alternativa ai vaporetti e deterrente al moto ondoso, ma anche come trasporto turistico economico ed efficace. Due euro la tariffa per chi non possiede la tessera Imob, 0,70 per i veneziani. Ma quell’accordo, firmato nel 2012, secondo i responsabili del traghetto di San Tomà non è mai stato attuato.

«Adesso bisogna farlo», insiste Rizzo, «se vogliamo garantire un servizio efficiente». Polemica a distanza con i colleghi più fortunati che lavorando al Carbon, al Molo, al Danieli, al Bauer non hanno obblighi di turni. Intanto ieri a San Tomà una sola gondola era in funzione con lo sciopero dei vaporetti, a bordo l’unica gondoliera donna, Giorgia Boscolo. «L’altra barca è disastrata, ce la devono riparare», dice Rizzo.

Alberto Vitucci

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