Gondoliere speronatore, chiesti 9 mesi

Tradito, aveva colpito il barchino del rivale in amore, che trasportava turisti lungo il Canal Grande. E l’aveva ferito
Di Giorgio Cecchetti
Bollis Interpress Venezia, 01.07.2007.- Piazzale S.M. della Salute, circa 30 gondole, per un giro offerto dai gondolieri per solidarietà ai bambini .-
Bollis Interpress Venezia, 01.07.2007.- Piazzale S.M. della Salute, circa 30 gondole, per un giro offerto dai gondolieri per solidarietà ai bambini .-

Per il pubblico ministero il gondoliere che in Canal grande ha speronato l’imbarcazione del collega che gli aveva sedotto la moglie va condannato a nove mesi di reclusione. Questa la richiesta avanzata ieri dal pubblico ministero Francesca Crupi al giudice monocratico nei confronti di Mauro Ceselin, 33 anni di Castello, sul banco degli imputati per danneggiamento della gondola, lesioni e minacce. Il suo difensore, l’avvocato Vincenzo Di Stasi, si è invece battuto per l’assoluzione, non tanto perché il gondoliere neghi i fatti (ha ammesso di aver centrato la gondola del rivale in amore), bensì perché lo speronamento è avvenuto in Canal grande, un canale comunale, mentre il codice della navigazione, in particolare l’articolo 1141 (quello che punisce chi danneggia volontariamente un’imbarcazione con una pena che varia da un anno a cinque di reclusione), si applica solamente nelle acque marittime (a Venezia lo sono quelle dove navigano le navi, il Canale della Giudecca, il bacino San Marco). Il magistrato ha rinviato l’udienza per emettere la sentenza.

I fatti risalgono al 28 giugno di due anni fa e Ceselin non aveva potuto sottrarsi alle proprie responsabilità perché aveva speronato la gondola del collega proprio davanti all’hotel Gritti, dove la telecamera aveva ripreso attimo per attimo quello che era avvenuto. L’imputato non sono aveva ammesso di aver speronato la gondola del rivale in amore, ma aveva confessato anche quello che lo aveva spinto a organizzare la vendetta, il fatto che il collega M.B. gli aveva sedotto la moglie che alla fine lo aveva abbandonato.

Stando alla ricostruzione dei fatti, Ceselin a bordo del suo barchino a motore aveva puntato contro la fiancata della gondola che in quel momento transitava sul Canal grande all’altezza della Madonna del Giglio. A bordo c’era una comitiva di turisti, che rientrati a casa, avevano inviato anche una e-mail all’Ente Gondola. Comunque, c’era la telecamera ad aver ripreso tutto: si vede il barchino finito contro la gondola, il gondoliere che finisce in acqua, e Cesalin che gli lancia un pezzo di legno, urlando qualche cosa. Stando alla parte offesa, gli avrebbe detto: «Mi te copo, te faso a tochi».

A causa della caduta in acqua - evidentemente M.B. aveva sbattuto contro una parte della sua imbarcazione - gli era stata diagnosticata la frattura di due costole ed era guarito in quindici giorni. Ma è soprattutto la gondola che aveva subito gravi danni, anche se per fortuna era rimasta a galla, impedendo che anche i turisti stranieri finissero in canale. Il barchino aveva completamente sfasciato la fiancata e danneggiato anche il ferro di prua.

Da notare che l’episodio aveva avuto anche uno strascico disciplinare, il bancale del traghetto di Santa Maria del Giglio, collega del gondoliere finito in acqua, aveva chiesto la punizione di Ceselin al suo bancale, del traghetto della Dogana. Richiesta accolta con tre giorni di sospensione e un’ulteriore coda: una spedizione punitiva nei confronti di chi aveva chiesto la punizione.

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