Gomitata all’avversario calciatore condannato

Portogruaro. Massimo Buson accusato di lesioni volontarie: fratturò lo zigomo a un giocatore in una partita di Terza categoria. Ora la causa civile per i danni
Di Giorgio Cecchetti
Un arbitro mostra il cartellino rosso in una foto del 23 gennaio 2011. Gli arbitri italiani, interpellati dalla Federcalcio francese (Fff) per prendere il posto dei colleghi transalpini sospesi per aver annunciato una protesta ''hanno rifiutato di dirigere gli incontri di domenica 6 marzo per solidarieta' ''. ANSA / BARACCHI-BENVENUTI
Un arbitro mostra il cartellino rosso in una foto del 23 gennaio 2011. Gli arbitri italiani, interpellati dalla Federcalcio francese (Fff) per prendere il posto dei colleghi transalpini sospesi per aver annunciato una protesta ''hanno rifiutato di dirigere gli incontri di domenica 6 marzo per solidarieta' ''. ANSA / BARACCHI-BENVENUTI

PORTOGRUARO. La frattura allo zigomo, rotto in tre diversi punti, gli aveva impedito di giocare per quasi due mesi, del resto in ospedale gli avevano prescritto una prognosi di oltre quaranta giorni. Il giovane trevigiano Michele Cocco, residente a Vedelago, non aveva partecipato ad una rissa, ma semplicemente aveva giocato una partita di calcio e un giocatore avversario lo aveva colpito, una gomitata a freddo a palla lontana. Insomma, non era stato uno scontro di gioco, tanto che il pubblico ministero di Venezia Paola Tonini aveva contestato il reato di lesioni volontarie: se si fosse trattato di un fallo, anche se pesante e finito con una frattura, la contestazione sarebbe stata di lesioni colpose e non dolose.

Ieri, davanti al giudice veneziano Massimo Vicinanza, è comparso il 33enne di Portogruaro Massimo Buson, che è stato condannato a otto mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di quattromila euro. A favore della parte offesa, il risarcimento complessivo verrà stabilito con un’altra causa davanti al tribunale civile. Cocco si è costituito parte civile con l’avvocato trevigiano Carlo Colombo.

L’avvocato Patrizia Perulli, difensore dell’imputato, si è battuta prima di tutto per l’assoluzione per non aver commesso il fatto: la sua tesi è che la gomitata a Cocco non sarebbe stata sferrata da Buson, bensì da un altro giocatore della squadra avversaria che evidentemente la parte offesa non sarebbe riuscito a vedere con chiarezza. Era una partita della terza categoria del campionato 2009: in campo c’erano il Villanova e il Biancade, si giocava in casa dei veneziani e l’incontro era finito con un pareggio.

Ma più che del risultato, quella partita aveva fatto discutere proprio per lo scontro tra i due avversari: la palla era lontano da loro, quando il centrocampista del Villanova sarebbe andato a cercarsi Coco, attaccante del Biancade, in una zona del campo lontana da quella dove si stava sviluppando il gioco e lo aveva colpito al viso con una forte gomitata. L’avversario non si aspettava certo quell’aggressione e non aveva fatto in tempo a difendersi. Dopo il colpo era piombato a terra e poco dopo era stato trasferito al pronto soccorso dove gli avevano diagnosticato la frattura dello zigomo destro.

Ieri il pubblico ministero veneziano ha chiesto la condanna dell’imputato e la parte civile il risarcimento del danno. Il giudice ha sospeso la pena grazie alla condizionale, visto che è ampiamente sotto i due anni.

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