Goisis, il ricorso è accolto beni da dissequestrare

L’inchiesta su Keke Pan: la Cassazione ribalta la decisione del Riesame Il professore di Ca’ Foscari e la sorella riavranno 10 appartamenti e tre negozi
Di Giorgio Cecchetti
Irruzione della Guardia di Finanza al civico 161 di via Piave per sgombero di Bed&Breakfast abusivi gestiti da cinesi
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Il professor Giuseppe Goisis, docente a Ca’ Foscari di etica e filosofia politica, e la sorella Maria Ludovica rientreranno in possesso dei dieci appartamenti a Mestre e Venezia e dei tre negozi a Padova. Lo ha deciso la Corte di Cassazione, che ha cancellato la precedente decisione del Tribunale del riesame di Venezia, il quale aveva confermato il sequestro delle loro proprietà immobiliari, finita con i sigilli nell’ambito dell’indagine sul cinese Keke Pan, il «re di via Piave». I giudici di Roma hanno accolto il ricorso degli avvocati Fabiana Danesin e Monica Volpato per conto dei due fratelli veneziani e hanno annullato la sentenza del Tribunale lagunare rinviando ad una diversa sezione per un nuovo esame, che evidentemente si concluderà con la decisione del dissequestro. L’udienza è già stata fissata per il prossimo venerdì 13 settembre.

Nel motivare la decisione la Cassazione è piuttosto decisa: «In sostanza», si legge, «il Tribunale ammette che questo compendio immobiliare, costituito da 10 appartamenti e tre fondi co0mmerciali (e quindi del valore di diversi milioni di euro) potrebbe essere stato ceduto occultamente al Pan Keke, ad insaputa dei proprietari. Orbene, sostenere che un compendio immobiliare possa essere - in fatto- ceduto ad un acquirente occulto ad insaputa dei proprietari è un’argomentazione talmente illogica ed insostenibile da rendere meramente apparente la motivazione sul fumus (sospetto: ndr), rendendo l’ordinanza impugnata censurabile sotto il profilo della violazione di legge, essendo l’apparato argomentativo posto a sostengo del provvedimento privo di requisiti minimi di coerenza, completezza e ragionevolezza».

I pubblici ministeri Roberto Terzo e Walter Ignazitto, che hanno condotto le indagini e che hanno ottenuto i sequestri (gli immobili sono una sessantina per la maggior parte situati in via Piave a Mestre, ma non solo) avevano ritenuto che il patrimonio immobiliare che i fratelli Goisis avevano ereditato dal padre fosse finito di fatto nelle mani di Keke Pan attraverso l’agenzia «Immobiliare Cera»alla quale il professore e la sorella avevano affidato la gestione degli appartamenti e dei negozi.

Stando alle accuse, Cera aveva in realtà consentito all’imprenditore cinese finito in manette di gestire gli immobili come se ne fosse il padrone, riscuotendo direttamente gli affitti e versandone solo una parte all’Immobiliare Cera. In cambio Keke Pan avrebbe versato consistenti somme di denaro al titolare dell’immobiliare.

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