Gogna su Fb, parà si toglie la vita
VICENZA. La Procura della Repubblica di Vicenza sta cercando di chiarire le modalità che hanno portato un giovane parà americano di 22 anni, della caserma Del Din di Vicenza, a togliersi la vita impiccandosi nel suo alloggio. Il fatto è avvenuto lunedì. Il soldato, Kiley Williams, era originario della Pennsylvania. La magistratura vuole escludere che alla decisione di togliersi la vita possa aver contribuito anche il pettegolezzo sulla sua vita sentimentale pubblicato su una pagina Facebook vista molti soldati Usa della caserma.
«Ci sono state alcune cose brutte che mi sono successe nella vita, ma niente a confronto delle cose di cui ho fatto esperienza da quando sono qui. C’è un buio in questa comunità. Così tanti secreti dal basso fino all’alto. È difficile credere che esista così tanta malvagità in un luogo. Non vorrei mai ammazzarmi, ma voglio morire ogni giorno». Comincia così la discussione anonima pubblicata all’1.54 di martedì sulla pagina di Facebook “Caserma Ederle/Del Din Confessions”, la comunità diventata il “confessionale” dei soldati di stanza alla base vicentina. Il messaggio è finito al centro di un giallo: è stato “caricato” dall’amministratore della pagina dodici ore dopo che il soldato statunitense venisse trovato impiccato nel proprio alloggio; e mercoledì è stata misteriosamente cancellata.
Anche se la comparsa dello sfogo su Internet è postuma alla morte di Williams, l’autore del messaggio potrebbe comunque essere il giovane suicida. Il quale avrebbe scritto e inviato in forma anonima lo sfogo al fondatore della comunità poco prima di togliersi la vita. L’amministratore della pagina riceve decine di messaggi ogni giorno e per questo motivo avrebbe pubblicato il post dopo la morte del militare senza essere a conoscenza della disgrazia avvenuta poche ore prima. Il messaggio ha altri tragici passaggi: «A peggiorare le cose, la maggior parte di noi è completamente isolata e non ha alcun supporto». scrive l’autore. Il quale poi prosegue: «Chiedo a Dio di lasciare che questo accada naturalmente, subito invece che dopo. Non so se questo è sbagliato o come Dio lo veda, ma so che io piango più di quanto mangio e più di quanto io dorma. Non ho mai sofferto di depressione prima di venire qui e non avevo idea che i dolori del cuore avessero una ripercussione così forte anche sul fisico. Anche se dicono che c’è un aiuto e ci dicono di chiederlo, questo non è accettabile. Alcuni di noi silenziosamente pregano di essere salvati, ma nessuno ci ascolta». Parole drammatiche, che da mercoledì mattina non è più possibile trovare su Fb, perché l’amministratore della pagina ha deciso di cancellarle. Gli inquirenti, infatti, vogliono capire se il parà sia rimasto vittima di cyberbullismo e abbia deciso di togliersi la vita per colpa delle pesanti offese ricevute sulla pagina di Facebook. La Procura ha aperto un fascicolo, attende i risultati dell’autopsia e ha acquisito il post. Alla Del Din è in corso un «monitoraggio» della pagina Fb da parte degli esperti informatici del 509° battaglione trasmissioni.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia