Gli vende una Porsche, ma l’auto non è sua
MARCON. Una truffa che gli era riuscita, tanto che si era messo in tasca 31 mila 500 euro, ma ieri il 36enne Marco Ruzza di Marcon è stato condannato a un anno di reclusione dal giudice monocratico di Venezia Andrea Battistuzzi. Non solo, dovrà pagare un multa di 500 euro e risarcire con una provvisionale immediatamente esecutiva di 30 mila euro colui che lo ha denunciato e che si è costituito parte civile nel processo proprio per recuperare i soldi persi. I fatti risalgono all’ottobre di quattro anni fa.
L’imputato aveva postato grazie a un sito su Internet la fotografia di una Porsche 996 turbo, spacciandosi da venditore di auto usate di lusso. Il prezzo era davvero conveniente, tanto che più di qualcuno si era fatto vivo e, alla fine, le trattative erano andate in porto con un bresciano, interessato ad avere quella potente automobile. Dopo la prima telefonata, sul conto di Ruzza erano arrivati i primi seimilacinquecento euro, stando agli accordi il resto avrebbero dovuto essere consegnato nel momento in cui anche la Porsche sarebbe passata di mano. Gli ulteriori accordi avevano previsto che l’incontro tra l’acquirente e Ruzza avrebbe dovuto avvenire a Padova, durante un’esposizione di automezzi.
Ma l’imputato, alcuni giorni prima, pur assicurando che per quel giorno avrebbe guidato la Porsche fino a Padova per consegnarla, aveva riferito della necessità di incassare gli altri 25 mila euro prima possibile. Dopo varie insistenze era riuscito a convincere il bresciano a inviargli in denaro sul suo conto, presso la Banca di Monastier e del Sile, agenzia di Musile di Piave. Il giorno prestabilito, il 19 ottobre 2012, non si era presentato e così l’acquirente aveva capito di essere stato raggirato, convincendosi a denunciarlo almeno per recuperare il denaro che aveva speso.
Aveva poi ricostruito quello che era davvero accaduto. Ruzza, che si era spacciato come agente di un’importante agente di una società di Marcon (l’«Unique Group srl»), non aveva alcuna disponibilità su quella Porsche. Anzi, proprio nello stesso periodo l’auto di lusso era passata di mano, il vero proprietario l’aveva venduta ad un acquirente che l’aveva pagata e l’aveva potuta guidare. Stando alle accuse, Ruzza non solo non aveva alcuna possibilità di vendere la Porsche perché non ne aveva la proprietà e neppure la gestione, ma neppure era un agente della società di Marcon. Così, è finito sotto processo per truffa aggravata ed è stato condannato anche al risarcimento dei danni, che verranno quantificati dal Tribunale con una causa civile.
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