Gli ucraini del Veneto: «Fateci votare il presidente»
MESTRE. Quattrocento firme già raccolte per l’apertura di un seggio elettorale in Veneto in vista delle elezioni presidenziali del 25 maggio. A lanciare la petizione è la comunità ucraina veneziana che ieri, nella sede di Mestre, ha incontrato Ratushny Mikhailo, coordinatore delle associazioni degli Ucraini nel mondo. È l’uomo che, nel nuovo corso dell’ex granaio d’Europa, tiene i rapporti con i tanti ucraini della diaspora, in Italia soprattutto donne.
È Tamara Pozdnyakova, presidente dell’associazione Ucraina Plus, a spiegare i motivi dell’iniziativa. «Il seggio per la comunità ucraina del Nord Italia è al consolato generale di Milano ma è impossibile che», spiega, «riesca ad accogliere anche un decimo degli oltre 105 mila cittadini ucraini che abitano nel nord Italia e che vogliono votare». E visto che Vigonza è sede di un consolato onorario, così come Genova, le comunità si stanno muovendo per aprire almeno altri due seggi.
«Ci proveremo» dice Mikhailo con la consapevolezza, nel giorno in cui in Crimea si vota per l’annessione alla Russia, che il suo Paese ha sfide ben più decisive che quella dell’apertura di un seggio in più in Italia. «Forse l’esercito non è ancora pronto, ma di sicuro noi siamo pronti a combattere, e se l’Occidente non sarà al nostro fianco per difenderci, l’ambizione imperiale di Putin sarà un pericolo per tutti», spiega Mikhailo restituendo il clima che si vive a Kiev negli ambienti nazionalisti.
«Quello che Putin sta facendo è da fuori di testa», aggiunge, «perché i rapporti con la comunità di lunga russa, anche in Crimea, sono sempre stati buoni. Il suo vero obiettivo non è proteggerli ma invaderci, ma noi siamo pronti a difenderci, e chiediamo che dalla nostra parte ci siano le potenze nucleari». E ancora: «Ringrazio la comunità veneta per la grande solidarietà che ci è arrivata in queste settimane molto difficili che hanno portato alla liberazione di Kiev».
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