Gli studenti del “Montale” protestano anche in latino
La protesta degli studenti del Montale approda in rete. Non bastavano i manifesti e i teli, l'ultimo appeso in via Pralungo al centro di formazione professionale dove sono ospitati in carenza di aule. Gli studenti di tutte le classi si sono fatti ritrarre sul social network Facebook con dei cartelli che, anche con frasi in latino, denunciano una situazione insostenibile per loro.
Da giorni i loro volti più o meno nascosti lanciano messaggi e proteste in rete che stanno diffondendo una vasta eco in tutta la città. I 750 studenti sono distribuiti in quattro sedi, tra quella centrale in viale della Libertà, transfughi al Volterra, lo Scarpa e anche Cfp di via Pralungo. Una condizione che non li aiuta certo nello studio e nell'avere fiducia nelle istituzioni.
La Provincia ha già polemizzato sul fatto che sia stato perso del tempo al momento in cui era disponibile oltre un milione di euro per il trasferimento nella cittadella scolastica, ma il Comune non aveva saputo cogliere l'opportunità.
Il Comune di San Donà ha ricordato che gli errori sono della Provincia che ha competenza in materia di scuola, e non attribuibili all'amministrazione comunale di San Donà. Nei giorni scorsi, Luca Marin, esponente del centrodestra di area berlusconiana, ha invitato i ragazzi a scendere in piazza per fare lezione e farsi sentire davanti al municipio. Il rischio è sempre che la protesta venga strumentalizzata.
La settimana scorsa tutti gli studenti, in due turni perché troppi, hanno organizzato un’assemblea al centro culturale con i docenti e le famiglie, ma i problemi non sono ancora risolti.
I ragazzi chiedono risposte, così come le loro famiglie. «Non si può andare avanti in questo modo», protestano anche i genitori, «vogliamo una scuola adeguata per i nostri figli, con strutture che possano accoglierli come è loro diritto». Una ragazza con la bocca chiusa dal nastro adesivo espone un cartello su Facebook: «Quousque tandem abutere patientia nostra?», una frase che gli studenti di latino conoscono bene, mutuata da Cicerone nelle celebri orazioni Catilinarie: «Fino a quando abuseranno della nostra pazienza?». Cicerone si riferiva a Catilina, loro alle istituzioni che non li ascoltano o comunque non trovano le soluzioni che servono alla scuola di oggi e di domani. Così anche il latino è utile per dare voce alla protesta. E per ricordare che, nonostante tutto, i ragazzi studiano.
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