«Gli sfalci d’erba sul fiume hanno distrutto le rive»

Botta e risposta tra l’associazione Valore Ambiente e il consorzio di bonifica sul canale che attraversa Mirano: «Manutenzione fatta secondo le regole»
MIRANO. «Manutentori sgarbati con il fiume». Ambientalisti contro gli sfalci d’erba troppo aggressivi lungo le rive del Muson, la replica del consorzio di bonifica: «Applicati i protocolli di tutela di sponde e habitat». La querelle a distanza nasce dopo un post su Facebook dell’associazione miranese Valore Ambiente, che critica il modo in cui l’ente consortile procede allo sfalcio lungo il fiume di Mirano: «Da alcuni anni monitoriamo le pratiche manutentive del consorzio», scrivono gli ambientalisti, «riscontriamo che chi deve provvedere al bene del fiume invece mette in atto cattive pratiche. Una di queste è lo sfalcio degli argini fino al pelo dell’acqua, troppo aggressivo e che riduce il potere autodepurante delle piante, eliminando i rifugi per i pesci e l’habitat per gli insetti. Quella vegetazione inoltre protegge il piede della sponda dell’argine evitandone il cedimento e l’erosione. È riconosciuto da tutti che il Muson è un ecosistema fluviale: le macchine operatrici trinciano la vegetazione ma anche l’enormità di plastiche che abbondano sulle sponde del fiume, tagliuzzate e lasciate sugli argini. Mentre la vegetazione viene lasciata marcire nell’acqua e si deposita sulle chiuse invece di essere raccolta. Se vi sono dei progetti sul Muson, come il parco fluviale o il contratto di fiume, queste azioni andrebbero subito ridimensionate».


Immediata la replica del consorzio di bonifica Acque Risorgive, che si occupa della manutenzione del fiume. «Siamo tra i primi consorzi in Italia ad applicare protocolli di intervento che mirano a coniugare le esigenze idrauliche con la salvaguardia della flora e della fauna presente all’interno degli alvei», precisa il direttore Carlo Bendoricchio, «nel caso del Muson Vecchio, la manutenzione prevede che nel periodo tra la primavera e l’inizio dell’estate la vegetazione di sponda venga tagliata solo parzialmente, per preservare la fascia più vicina all’acqua e tutelare gli habitat di riparo. Tra fine estate e autunno, solitamente, si interviene invece a eseguire un taglio totale della vegetazione di sponda, per evitare lo sviluppo della vegetazione legnosa e garantire la massima portata del fiume. In alcuni casi si procede al taglio totale anche per monitorare la presenza di infiltrazioni d’acqua che potrebbero mettere a rischio la stabilità dell’argine. Sui grandi quantitativi di rifiuti il problema è di educazione civica e va affrontato prima che Acque Risorgive intervenga con i propri mezzi di manutenzione».


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia