Gli rifiutano una visita minaccia di chiamare il 112

Jesolo. Nessun ospedale gli garantisce una gastroscopia entro dieci giorni Ezio Nicolai: «Rispettato il mio diritto, ma solo ricorrendo alle maniere forti»
Di Alessio Conforti

JESOLO. Gli rifiutano più volte una gastroscopia con priorità, jesolano la ottiene minacciando con prepotenza di chiamare i Carabinieri. È accaduto ieri mattina a Ezio Nicolai, residente in piazza Milano. Giovedì l’uomo si era rivolto a tutte le strutture ospedaliere del Veneto orientale per ottenere nel minor tempo possibile una gastroscopia per la moglie.

E in prima istanza, purtroppo, le risposte ricevute lo avevano completamente gettato nel panico. «Nonostante mia moglie avesse un'impegnativa di priorità con lettera B», racconta Ezio Nicolai, «che sostanzialmente indica un tempo di attesa inferiore o uguale a dieci giorni, nessun ospedale della Asl 10 mi garantiva l'appuntamento entro il limite. A Jesolo e San Donà i tempi di attesa erano fino ai primi giorni di dicembre, mentre per Portogruaro il 17 dicembre e in casa di cura, con impegnativa, addirittura a gennaio. Il bello è che non potevo nemmeno rischiare di portare mia moglie in una struttura al di fuori della nostra Asl, vista la priorità dell'impegnativa».

Sapendo di avere diritto a ottenere l’esame prescritto entro i dieci giorni e vedendosi negare questo diritto lo jesolano è andato su tutte le furie. «Dopo essermi rivolto per un consulto al Tribunale del malato di Milano», aggiunge, «il giorno seguente ho preso nuovamente in mano la cornetta e alla direzione dell'ospedale di San Donà ho detto che se non mi avessero fissato l'esame entro i termini stabiliti avrei portato comunque mia moglie in ospedale minacciando di chiamare anche i carabinieri».

E fortunatamente ha funzionato. «Mi hanno risposto di sentire nuovamente l'ospedale di Jesolo, al quale mi sono rivolto con le stesse parole, e in caso negativo di richiamare una seconda volta. Alla fine, insistendo, è andato tutto a buon fine e la visita è stata fissata per martedì mattina alle 8 nel nosocomio jesolano. Trovo comunque ingiusto» conclude «che per ottenere un diritto come quello della salute si debba minacciare di ricorrere all’intervento dei carabinieri come unica via d'uscita».

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere comunale Daniele Bison. «Questo episodio», dice l'esponente della Lista Civica Jesolo, «è la diretta conseguenza della riduzione dei servizi che nel tempo si sono abbattuti sul nostro ospedale, costringendo purtroppo i cittadini a pagare per cause non loro».

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