Gli psicologi nella scuola per aiutare i compagni

Genitori e insegnanti a confronto ieri per decidere come dare la notizia in classe Una mamma: «Ci vogliono degli esperti che sappiano gestire le loro reazioni»
MARCON. A ieri, i bambini ancora non sapevano della disgrazia al piccolo Nicolò. Un fatto comprensibile, nonostante fossero trascorso più di 24 ore, perché la vicenda è delicata, servono le parole e i modi giusti per spiegare qualcosa che già è difficile far comprendere a un adulto, figuriamoci a chi ha meno di 10 anni.


Ragion per cui la scuola frequentata dal piccolo Tassan ha chiesto aiuto a un esperto, a un professionista, in grado di confrontarsi con i genitori e i piccoli studenti. Ieri pomeriggio c’è stato un incontro tra i rappresentanti della scuola e delle famiglie e l’argomento è stato proprio questo. Nelle prossime ore si cercherà di far capire, il meglio possibile, la tragedia di lunedì sera.


«È una cosa forte», spiega una mamma intenta ad aspettare il figlio all’uscita dalla classe, «dover comunicare ai bambini un dramma simile. Anche tra genitori ci siamo accordati di non informare i figli, di lasciar stare finché le maestre o l’esperto non affronteranno la vicenda. Crediamo sia la scelta migliore. Avranno una reazione ed è giusto che ci sia qualcuno in grado di governarla».


Un silenzio concordato e deciso proprio l’altro ieri sera, quando la tragedia era nota a tutti e i primi telegiornali iniziavano a dare la notizia. Così, appena usciti da scuola, papà o mamma che fosse prendeva per mano il figlio e lo portava con sé, giusto per evitare che sentissero quanto accaduto al loro amico. Nessuno, comunque, tra i docenti e il personale ausiliario della scuola di Marcon vuole commentare. Il dolore è ancora vivo e chissà mai se passerà del tutto; ieri le lezioni sono proseguite come sempre, i piccoli si sono rincorsi in giardino durante l’intervallo come tutti i giorni, liberi, spensierati, ancora ignari dell’accaduto.


Di altro tenore lo sguardo dei genitori, degli adulti, delle maestre che non hanno mollato di un secondo lo sguardo attento, dove la commozione non solo era comprensibile ma anche palpabile. Pensare che fino a poche ore prima, proprio in quelle stanze e in quel cortile c’era Nicolò, libero, tranquillo, senza pensieri. Si sta studiando l’ipotesi di salutarlo al meglio; decisioni, al momento, non ne sono state prese ma i genitori degli altri bambini, anche per non lasciare soli i Tassan, vorranno far sentire tutto il loro affetto nel giorno più triste.


Facile pensare come alla cerimonia funebre ci saranno centinaia di persone, perché la famiglia, con il padre Enrico dipendente della Sda Corriere Espresso e la mamma Elena, impiegata in una vetreriaa Venezia, sono molto conosciuti. Il Comune ha già fatto la sua parte proclamando il lutto cittadino, in segno di unico abbraccio, e ci saranno esponenti della giunta e del Consiglio. Le esequie si dovrebbero svolgere nella chiesa di San Giorgio a Marcon e lì a fianco c’è proprio l’asilo parrocchiale frequentato da Nicolò.


Un bambino vivace, è stato descritto, ma come tutti a quell’età. E chi non lo è a 4 anni, dove tutto è un gioco o diventa tale. Anche i sacerdoti preferiscono rispettare il lutto dei familiari e attendono il via libera per decidere la data di addio al piccolo. Ipotesi sul giorno ancora non ce ne sono ma è facile pensare che se oggi arriverà il via libera da parte della Magistratura, come pare, il funerale si potrà svolgere prima di domenica.


Alessandro Ragazzo


©RIPRODUZIONE RISERVATA.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia