Gli presta 2.500 euro e poi lo minaccia di morte

Sessantenne nei guai per estorsione: pretendeva 17.500 euro da un carrozziere

FIESSO. Certo non si è rivolto alla persona giusta per chiedere un prestito, almeno col senno di poi. Il carrozziere della Riviera del Brenta non aveva bisogno di una cifra considerevole, duemilacinquecento euro, ma la cifra, con il passare dei giorni è lievitata notevolmente, arrivando addirittura a sei volte tanto, a 17 mila 500 euro. Così è partita la denuncia e ieri il 58enne Massimo Levach, residente e Fiesso d’Artico, è stata rinviato a giudizio per estorsione dal giudice veneziano Barbara Lancieri, dopo che il pubblico ministero aveva chiesto il processo per lui.

I fatti si sarebbero svolti nell’arco di un mese e mezzo, tra il mese di dicembre e il 10 gennaio scorsi. Il carrozziere aveva bisogno di quei duemilacinquecento euro e si era rivolto all’imputato, che lui conosceva, il quale gli aveva assicurato che non gli avrebbe chiesto gli interessi, Invece, dopo una decina di giorni Levach si era fatto vivo e gli aveva spiegato che avrebbe dovuto consegnare settemilacinquecento euro. Quindi, una settimana dopo erano già diventati 17 mila 500. Non solo: visto che il carrozziere gli aveva chiesto del tempo, in modo che potesse racimolare almeno una parte di quella cifra, Levach avrebbe cominciato a minacciarlo: avrebbe sostenuto che lui curava gli interessi di persone «cattive che non perdonano», gli avrebbe annunciato che avrebbe dovuto sparargli.

Il carrozziere era riuscito a raccogliere tremila euro e aveva consegnato i soldi, aggiungendo che si trattava di un anticipo e che il resto sarebbe arrivato, inoltre era stato costretto a sistemargli l’auto nella sua carrozzeria. Levach, difeso dall’avvocato Giorgio Pietramala, ha sempre respinto le accuse, ora potrà spiegare la sua versione dei fatti in Tribunale davanti ai giudici, visto che al termine dell’udienza preliminare è stato mandato a giudizio.

Giorgio Cecchetti

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