Gli infermieri ora tornano a casa

Venezia. Contro esodo di professionisti che avevano trovato lavoro all’estero: solo 30 su 140 non sono rientrati
20080710 - LECCO - HTH - ELUANA: SCETTICISMO IN OSPEDALE LECCO SU TRASFERIMENTO DELL'OSPEDALE - Il reparto di rianimazione dell'ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, dove dovrebbe essere trasferita Eluana Englaro, la donna di 37 anni per la quale i giudici di Milano ieri hanno autorizzato la sospensione dell'alimentazione e idratazione forzata, in uno dei reparti per procedere all'interruzione del trattamento che la tiene in vita da oltre 16 anni in quanto e' in stato vegetativo permanente. Dell'eventuale trasferimento all'ospedale lecchese ne aveva parlato ieri la curatrice speciale di Eluana, l'avv.Franca Alessio, spiegando anche che nella struttura il professor Riccardo Massei, l'anestesista che segui' Eluana nel 1992 subito dopo l'incidente stradale che la porto' al coma, e' disponibile ad aiutare la famiglia Englaro e a dare assistenza alla donna e quindi seguire le indicazioni date dal decreto dei giudici ..milanesi. ..CARDINI / ANSA/ KLD......
20080710 - LECCO - HTH - ELUANA: SCETTICISMO IN OSPEDALE LECCO SU TRASFERIMENTO DELL'OSPEDALE - Il reparto di rianimazione dell'ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, dove dovrebbe essere trasferita Eluana Englaro, la donna di 37 anni per la quale i giudici di Milano ieri hanno autorizzato la sospensione dell'alimentazione e idratazione forzata, in uno dei reparti per procedere all'interruzione del trattamento che la tiene in vita da oltre 16 anni in quanto e' in stato vegetativo permanente. Dell'eventuale trasferimento all'ospedale lecchese ne aveva parlato ieri la curatrice speciale di Eluana, l'avv.Franca Alessio, spiegando anche che nella struttura il professor Riccardo Massei, l'anestesista che segui' Eluana nel 1992 subito dopo l'incidente stradale che la porto' al coma, e' disponibile ad aiutare la famiglia Englaro e a dare assistenza alla donna e quindi seguire le indicazioni date dal decreto dei giudici ..milanesi. ..CARDINI / ANSA/ KLD......

VENEZIA. Controesodo per i giovani infermieri veneziani. Dopo la partenza di 140 neodiplomati che, negli ultimi tre anni, sono andati a lavorare in Inghilterra, Germania e Irlanda, lo sblocco dei concorsi per le aziende sanitarie locali li ha spinti a tornare.

Non un fattore negativo, poiché la professionalità acquisita all’estero offrirà alle Usl 3 e 4 infermieri giovani ma con un livello molto alto. «I nostri ragazzi stanno inesorabilmente rientrando», conferma Luigino Schiavon, presidente dell’Ordine regionale e veneziano delle professioni infermieristiche. «Tre anni e mezzo fa la situazione era completamente all’opposto. Da noi non c’era lavoro, e così da quei Paesi hanno deciso di fare delle selezioni in Veneto, riconoscendo l’ottimo livello formativo dei nostri infermieri neolaureati. In 140 sono partiti, ma complessivamente tutti si sono trovati molto bene, hanno avuto la possibilità di crescere, di fare una importante esperienza di vita, di migliorare la lingua straniera, e soprattutto si sono visti riconoscere competenze che qui in Italia non vengono concesse alla nostra categoria. Il tutto pagato bene nonostante fossero ragazzi e ragazze molto giovani».

Attualmente solo una trentina di questi sono ancora all’estero, gli altri sono tutti rientrati in provincia di Venezia e hanno partecipato ai concorsi per le aziende sanitarie Serenissima e del Veneto Orientale. Molti di loro sono già stati assunti a tempo indeterminato, altri stanno attendendo che la graduatoria vada ad esaurimento. «I nostri infermieri hanno dimostrato il loro valore all’estero, e da anni continuavamo a dire che in Italia si formano professionisti bravi e seri», aggiunge Luigino Schiavon. «Ora si tira anche da noi un sospiro di sollievo sul fronte lavorativo. Le aziende sanitarie attraverso i concorsi hanno sanato molte situazioni di precarietà, stanno continuando ad assumere e negli ospedali la situazione va migliorando nettamente. Resta il problema delle attività territoriali. Noi puntiamo a lavorare sempre meglio e in serenità. I neolaureati? Non abbiamo disoccupati, poiché chi si è appena diplomato ha trovato lavori a tempo determinato, per farsi le ossa, in strutture private, per anziani o negli ambulatori dei medici di famiglia».

Erica Zanta è una delle infermiere che ha vissuto una importante esperienza in Inghilterra. Partita a 23 anni, dopo due è tornata a Mestre. «È stata una meravigliosa esperienza lavorativa e culturale che consiglierei a chiunque», racconta la professionista mestrina. «Sono rientrata per fare il concorso e sono in attesa di assunzione. Intanto sto lavorando alla medicina di gruppo integrata al distretto sociosanitario di via Cappuccina a Mestre. A Preston ho potuto fare un lavoro molto interessante, ero valorizzata e non bistrattata come talvolta può capitare in Italia. Lì puoi fare anche carriera e intanto migliori la lingua, ma ora da noi si sente che sta cambiando l’aria. Era il momento di tornare con un bagaglio di esperienza maggiore».

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia