Gli infermieri: «Non riaprite Portogruaro»

I presidente dell’Ispavi, Schiavon, teme un calo dei parti che porterà alla chiusura anche di San Donà

Ospedale unico e punti nascite da salvaguardare, ieri il collegio infermieri Ispavi di Venezia era sul corso pedonale a San Donà per la sensibilizzazione dei cittadini ai controlli per la salute. In primis glicemia e pressione arteriosa.

Ma il presidente, Luigino Schiavon, ha avuto modo di parlare anche di questioni di stringente attualità quali il futuro della sanità nel Veneto Orientale e l’ospedale unico. Sul Punto nascita prossimo all’apertura a Portogruaro Schiavon è perplesso: «Non siamo certi sia la scelta giusta». La sanità è sempre in primo piano nel Veneto Orientale e il dualismo San Donà-Portogruaro continua a condizionare le scelte fondamentali per il futuro. «I punti nascite sono importanti», dice Schiavon, «fondamentali per il territorio. Ma certo, se San Donà si attesta sulle 600 nascite all’anno adesso dobbiamo capire quali saranno i numeri a Portogruaro. Il rischio è che si abbassi il numero nel complesso e così li perderemo tutti e due. La programmazione sanitaria deve rispettare delle regole precise dei numeri e sappiamo che il limite è almeno di 500 nascite annue. Negli anni a venire magari saranno normative anche più restrittive per il risparmio di risorse. San Donà è la città che rispetta con maggiore certezza il limite, e va anche ben oltre, pertanto sarebbe il punto nascite da tutelare al momento». Il sindaco di San Donà, Andrea Cereser, aveva rassicurato i cittadini sul fatto che comunque un secondo punto nascite non avrebbe creato problemi a San Donà perché difficilmente da Portogruaro ci sarebbe stata una fuga di partorienti verso il Basso Piave, quanto piuttosto verso il Friuli. Ma i rischi ci sono.

Sull’ospedale unico, il collegio infermieri di Venezia non ha dubbi: «È la scelta naturale per il futuro», aggiunge Schiavon, «per una questione di organizzazione e risparmio di risorse, visto che avere quattro ospedali da mantenere sarà sempre più difficile. Noi consideriamo strategica la sede di Ceggia, presso l’ex zuccherificio, anche se ci sono state segnalazioni in merito all’inadeguatezza dei terreni perché alluvionali. Ma crediamo siano ostacoli superabili con le odierne tecnologie e Ceggia sarebbe il punto migliore per tutti». Intanto il movimento politico “Idea, con il coordinatore provinciale Luciano Falcier, rilancia la proposta di mantenere Portogruaro e piuttosto accorpare in un’unica struttura Jesolo e San Donà.

Giovanni Cagnassi

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