Gli ex vertici Ipab sotto processo per danno erariale
CHIOGGIA. Secondo la Procura della Corte dei Conti, all’ex Ipab Casson di Chioggia - tra il 2008 e il 2011 - l’assenteismo era considerato dalla direzione quasi una malattia endemica, da colmare non con una specifica campagna di controlli, visite fiscali, provvedimenti disciplinari, ma ricorrendo massicciamente ad agenzie interinali per assicurarsi di giorno in giorno infermieri, operatori sanitari, cuochi che garantissero i livelli minimi di assistenza sanitaria previsti dalla Regione. Assunzioni giornaliere anche per far fronte a posti che si liberavano in pianta organica, senza un piano di assunzioni. Il tutto con grave danno per le casse pubbliche.
Questa - nel complesso - l’accusa che la Procura della Corte dei Conti muove a quanti guidarono l’Ipab tra il 2008 e il 2011, citati a giudizio per un presunto danno erariale di 398 mila euro. A difendersi nel processo dall’accusa di aver mal vigilato sul personale e sperperato danaro pubblico saranno l’ex presidente Matteo Penzo, l’ex vicepresidente Giordano Boscolo, l’ex membro del Cda Giorgio Garbin, Matteo de Marchi (direttore tra il 2011 e il 2012) e Anastazia Boscolo Buleghin (responsabile del personale tra il 2010 e il 2011) .
A dare il via all’inchiesta contabile era stata una segnalazione del consigliere regionale pd Lucio Tiozzo, con relativa ispezione della Direzione Sanità della Regione Veneto, sulla base della cui relazione la Procura della Corte dei Cotni ha costruito la sua inchiesta, partendo dai 650 mila euro spesi per sostituire personale assente. Alcuni dati: il 10,6% di assenze per malattia nel 2011, per un 18,6 % complessivo giudicato anomalo: ben 15.212 giornate di assenza nel 2011, scese di colpo a 12.463 dopo l’arrivo del commissario, imposto dalla Regione nel 2012 con scioglimento dei vertici dell’Ipab. Al centro delle contestazioni, il ricorso massiccio al «lavoro flessibile» in aperto contrasto con le normative di settore e con i più elementari principi di efficienza ed economicità di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241, nonché al principio di buon andamento disciplinato dall’art. 97 della Costituzione».
Ora la Procura della Corte dei conti è decisa a presentare il conto. Parola ai giudici.
Roberta De Rossi
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