Gli autonomisti all’attacco. «Lega schizofrenica e pietosa»
MESTRE. «A chi risponde la Lega, al sindaco Luigi Brugnaro o al ministro Matteo Salvini?». Ieri, giorno del mancato referendum sulla autonomia amministrativa di Venezia e Mestre, il giorno più nero per i movimenti autonomisti Gian Angelo Bellati, presidente del Comitato Venezia Autonoma, va diritto al cuore del problema all’indomani della festa di San Michele, commentando il discorso della vicesindaco Luciana Colle. «Ho trovato quanto ha detto di cattivo gusto, intanto perché il 29 settembre si celebrava la festa del patrono di Mestre, ma soprattutto perché sapendo che è stato impedito il voto, affermare il valore dell’unità avendo negato l’espressione popolare non è stato, ripeto, di buon gusto».
Non solo: «Ribadire che due città tanto diverse possano avere un’unica amministrazione significa non conoscere i problemi. E questo mi porta a dire che abbiamo una Lega schizofrenica, che da una parte dice che vuole il referendum e firma un contratto, dall’altra è completamente contro. Salvini si è sempre detto per le autonomie e per il referendum, allora mi chiedo: la Lega risponde a Brugnaro o a Salvini? E se risponde al sindaco e ha tradito il patto essendo partner di questa maggioranza, cosa dicono Antonio Da Re, Zaia e lo stesso Salvini? La vicesindaco va contro il suo stesso partito».
«Oggi (ieri ndr) avremmo dovuto votare, per noi è un giorno triste» commenta Marco Sitran, portavoce del movimento autonomista “Venezia e Mestre Due Grandi Città” «Speriamo nel ricorso al Consiglio di Stato, ma è evidente che oggi, tranne il Movimento 5 Stelle, la partitocrazia è unita a difesa degli interessi delle multinazionali. Oggi qui è tutto in funzione del turismo e se l’identità di Mestre non emerge con forza in quest’anno e mezzo, è perduta in nome degli alveari low cost». Chiude: «Questa Lega che rintuzza il governo locale è pietosa».
«Il referendum non si è fatto» commenta il portavoce degli autonomisti mestrini, Stefano Chiaromanni, «questa amministrazione ha a favore tutte le lobby ma preferisce dare la colpa a noi. Le Città in Festa hanno solo l’obiettivo di abortire le identità geografiche. La festa di Mestre è stata cancellata, meglio festeggiare San Michele patrono della polizia, persino San Girolamo».
«La vicesindaco ha dato atto che esistono due città» ha commentato Giovanni Armellin rappresentante di Muoversì, «ma ci piacerebbe anche che Mestre venisse valorizzata. Oggi non c’è un piano di sviluppo per Mestre nè per Marghera e manca una visione del futuro. Noi non siamo contrari all’integrazione, ma bisogna prendere atto che esistono due città distinte». E sul referendum mancato: “Ha vinto il sistema ma non il bene dei cittadini. Se davvero ha ragione il Tar, perché il sindaco non indice lui il referendum?».
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