Gli amputano la gamba l’Inps chiede una verifica

L’Istituto ha chiesto la visita di revisione facendo infuriare i nipoti dell’anziano Negata anche la possibilità di visita domiciliare: trasportato in ambulanza 
DOLO. «Sono a letto da un anno e tre mesi, sono tanto arrabbiato e tanto stanco». È immobile su quel letto d’ospedale, nel reparto Geriatria di Dolo. Se ne sta steso con quegli occhi vispi, le guance arrossate e in corpo ancora tanta voglia di lottare. Ottantasette anni tra diciotto giorni, il 30 dicembre, Rino Casagrande Ferro di Dolo ha lavorato da quando di anni ne aveva 14 e, per il troppo tempo passato a spaccarsi la schiena, prima in un’impresa edile e poi in una metalmeccanica, non ha mai visto il campanile di San Marco.


Ora la vita, oltre alle piaghe del tempo, gli ha dato una piaga difficile da gestire. Perché lui è senza una gamba, quella destra, un lenzuolo bianco avvolge la parte inferiore del corpo, ma nonostante questo l’Inps gli ha chiesto la visita di revisione; così, come se ci fosse bisogno di un controllo periodico, come se la gamba da un giorno all’altro potesse ricrescere.


Tutto ha inizio nel 2016 quando Rino viene ricoverato per problemi alla circolazione sanguigna, le vene della gamba si erano chiuse e questo costrinse i medici a tagliare il dito del piede destro. Poi i problemi si complicarono e si procedette all’amputazione della gamba destra, fino all’altezza del ginocchio. Ora anche il piede sinistro è compromesso, perché manca la circolazione. Allora nel 2016 lui, sostenuto dai suoi due nipoti Paolo Megioranza e Bruno Righetto, si rivolge al Caf per chiedere la pensione di invalidità. Dopo la visita, due mesi fa arriva il primo assegno di 512 euro. A novembre scorso l’Inps chiede la revisione.


Il nipote Paolo reagisce: «Sono andato all’Inps di Mestre per chiedere una visita per lo zio a domicilio. Ma l’Inps ha respinto la visita domiciliare e ci ha detto di fare un’altra richiesta via fax». Così Paolo si arma di pazienza e oltre alle centinaia di telefonate, inoltra la nuova richiesta. La visita di controllo viene fissata a casa per il 7 dicembre scorso. Ma arriva la mattina del 7 e a casa non si presenta nessuno. «Abbiamo aspettato fino all’ultimo», racconta Paolo, «non sono venuti e abbiamo chiamato un’ambulanza per far portare lo zio a fare la visita in ospedale: 120 euro di ambulanza a nostre spese. Una visita di 20 minuti per sentir dire dalla commissione di sei medici che dovranno decidere se togliere la pensione o no».


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia