Gli agenti: "Non fotosegnaliamo più i profughi senza ordini chiari"
VENEZIA. «Non useremo la forza contro nessuno, se prima non ci saranno regole chiare e scritte e non interpretabili, a tutela degli operatori della polizia scientifica e dell’ufficio immigrazione. Durante le operazioni di identificazione e fotosegnalamento ci sia la presenza di un dirigente della polizia e anche del pubblico ministero di turno». A dirlo a nome del sindacato di polizia Ugl il vicesegretario nazionale, Mauro Armelao.
«Oramai tutti lo sanno che l’Europa ha bacchettato l’Italia per il mancato fotosegnalamento di numerosi migranti provenienti dall’Africa. Ovvio che il nostro Ministro, dovendo correre ai ripari emana opportune direttive al fine far fotosegnalare obbligatoriamente tutti i migranti, tant’è che agli stessi profughi, viene consegnato un modulo multilingue, che li avvisa chiaramente che dovranno essere identificati e fotosegnalati», spiega Armelao.
«Fin qui sembra tutto bello, facile e tranquillo, ma quello che ha attirato la nostra attenzione è che nella parte finale dello stesso modulo si dice anche che: “In ogni caso la polizia procedera’ all’acquisizione delle foto e delle impronte digitali, anche con l’uso della forza se necessario”.Uso della forza con chi? Con un profugo che siamo andati a prendere in mare per salvargli la vita e che dobbiamo accudire per almeno un anno o più? Esistono protocolli operativi scritti in maniera chiara e non interpretabili a tutela degli operatori della Polizia Scientifica e degli Uffici Immigrazione delle Questure, chiamati rispettivamente a fotosegnalare e ad identificare i migranti? Cosa accadrebbe agli operatori della Polizia se a qualche profugo che si rifiuta di sottoporsi al fotosegnalamento, viene causata una lesione o un trauma (distorsione polso e/o dita della mano ecc) mediante l’uso della forza? Apriti cielo!!! Bisognava fare così, dovevate fare colà, dovevate parlare, trattare, discutere, ecc ecc, le parole e i consigli di chi è seduto comodamente su una sedia in un ufficio caldo e sicuro si sprecherebbero e avanti colleghi indagati e associazioni dei migranti, buonisti ecc contro la polizia. Vogliamo da subito regole chiare, protocolli operativi, norme a tutela degli operatori di polizia e oltre a tutto questo chiediamo anche che durante le operazioni di identificazione e fotosegnalamento ci sia Sempre, e non come ora a Venezia, la presenza di un Dirigente o di un funzionario delegato che assista a tutte le operazioni e ci sia anche la presenza del Pubblico Ministero di turno che possa assistere alle operazioni e che possa rendersi conto di come gli operatori di polizia siano costretti a lavorare a mani nude per sottoporre, in maniera forzosa, al fotosegnalamento magari un migrante di 20 anni alto due metri del peso di 120 kg. Secondo noi è giusto che questo “fardello” sia equamente diviso in parti uguali e con medesime responsabilità per tutti, agenti operanti, ispettori, funzionari, Dirigenti e anche Procura della Repubblica, perché sarebbe chiamata ad intervenire in caso d’arresto o denuncia di un migrante o peggio ancora, vedere denunciato un poliziotto per aver causato delle lesioni di cui si parlava prima. Altrimenti venga il Ministro dell’Interno Alfano ad insegnarci come dobbiamo comportarci con questa tipologia dì intervento. Sempre troppo facile parlare e dare ordini. La realtà dei fatti è ben altra cosa. Qui non parliamo dell’uso della forza durante una manifestazione, qui stiamo parlando di un’eventuale uso della forza, all’interno di un ufficio, per fotografare una persona che deve rimanere ferma e seduta su una sedia e deve mettere successivamente tutti i polpastrelli e i palmi delle due mani su uno scanner apposito. Vi sembra semplice? Credeteci se una persona decide di fare resistenza passiva è pressoché impossibile che nessuno si faccia male. Quindi? Il problema sta nel Regolamento di Dublino, se la politica europea cambiasse queste regole i problemi sarebbero risolti. I migranti che si rifiutano di farsi fotosegnalare in Eurodac lo fanno solamente perché non vogliono rimanere in Italia, quindi se si cambiassero le regole, questi migranti potrebbero essere sottoposti a fotosegnalamento nel paese di arrivo, esempio in Italia, ma poi lasciati andare verso il paese europeo prescelto che dovrà curare successivamente la richiesta di asilo politico. Diciamo noi ci vuole tanto? E’ inutile voler intestardirsi nel trattenere una persona, contro la sua volontà, in un paese in cui non ha nessun amico o parente. Sapete quanta minor spesa di soldi pubblici per mantenere i profughi in Italia in attesa del riconoscimento di rifugiato? Purtroppo è tutta una questione di scelte politiche, solo la politica a livello europeo può cambiare le cose. E’ ormai chiaro a tutti, come l’Italia in questa emergenza migranti sia il paese europeo più penalizzato in quanto è il paese maggiormente soggetto agli sbarchi provenienti dal nord africa. Quindi difficilmente gli altri paesi europei vorranno cambiare le regole attuali. Per questo auspichiamo che vi sia un intervento del Governo italiano che vada in questa direzione».
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