«Giustizia, tempi infiniti» Rosso scrive a Mattarella
Ventisei anni per sapere l’esito di una causa civile. E nel frattempo la sua impresa si è dissolta. Aldo Rosso, imprenditore di Burano sull’orlo del fallimento, si era incatenato due anni fa ai cancelli del Tribunale di Milano per protestare contro le «lungaggini della giustizia». Nei giorni scorsi ha deciso di restituire il porto d’armi. Ma la sua battaglia continua. Ieri ha spedito un dossier al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e chiesto un incontro al Capo dello Stato.
«Voglio spiegargli la mia storia», dice, «oltre ai soldi mi hanno tolto la dignità. Se io non riuscirò ad avere giustizia almeno questo serva per tutti gli altri». Una storia incredibile, quella di Aldo Rosso. Nativo di Burano e appassionato di voga, aveva fatto fortuna con i profilati di alluminio, che esportava in tutta Europa. «Nel 1988», racconta, «una vicenda di mancati pagamenti con una concessionaria di auto di Marghera che si trascina in Tribunale. Ci hanno messo 26 anni per decidere, e intanto io ho perso tutto, anche il mio camion che è stato venduto nel fallimento della concessionaria». Non basta, perché i mancati pagamenti dei fornitori mettono in difficoltà l’azienda. La liquidità manca, Aldo deve far fronte a una crisi terribile. E viene messo sotto processo nel 2008 dal Tribunale civile di Milano. Il fallimento è a un passo. «Ho deciso di pagare tutto, fino all’ultimo centesimo», racconta, «13 milioni di euro, così ho evitato il fallimento. Ma adesso non ho più nemmeno i soldi per le medicine di mia moglie. Mi hanno tolto la dignità».
Una caduta improvvisa, quella di Rosso. Persona mite e generosa, che negli anni passati dispensava aiuti e sponsorizzazioni al mondo della voga e ai gondolieri. Durante la giunta Cacciari, dal 2005 al 2010, era stato nominato anche presidente dell’Ente gondola. Un appassionato che si spendeva per garantire aiuti al mondo dello sport veneziano e alla sua isola natale. Poi sono arrivati i processi infiniti, una nuova condizione a cui Aldo non riesce ad abituarsi.
«Cosa chiedo al Presidente? Che mi sia resa giustizia, non ne posso più», dice, «l’udienza per l’appello l’hanno fissata il 29 giugno del 2016, ma potrebbero rinviare ancora. Io ho 84 anni, quanto pensano che posso andare avanti?» Alla lettera inviata a Mattarella Aldo Rosso ha anche allegato la medaglia d’argento ricevuta da suo padre nel 1919 per i comportamenti eroici della Grande Guerra. «Che sappiano», dice, «che siamo persone per bene».
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