Giunta verso il rimpasto Domani la resa dei conti
CHIOGGIA. Domani inizia la resa dei conti. Con la riconsegna delle deleghe degli assessori del Pd nelle mani del sindaco Giuseppe Casson, che saranno protocollate domani mattina, si apre di fatto una crisi di giunta annunciata. Domani pomeriggio la prima consultazione tra sindaco, Pd e Udc per capire se ci sono i margini per proseguire il mandato e a che prezzo.
La sensazione è che tutti, o quasi, vogliano continuare (testimoniata anche dalla tavolata sorridente nella sagra di San Giovanni dove venerdì c’era il sindaco con molti esponenti del Pd, ndr). La riconsegna delle deleghe era stata annunciata mercoledì come gesto formale di disappunto per lo “sgarro” della cacciata dalla giunta dell’assessore Silvia Vianello. I toni più distesi del Consiglio di venerdì facevano ipotizzare che il gesto potesse slittare o addirittura annullarsi, invece a bilancio approvato è arrivato il colpo di coda. «Come avevamo anticipato», spiega il vicesindaco Maurizio Salvagno, «a conclusione dell’approvazione del bilancio, su cui ci eravamo impegnati a fare la nostra parte, lunedì (domani, ndr) riconsegneremo le nostre deleghe, in attesa di un dietro front del sindaco sulla vicenda Vianello e di un suo impegno a sedersi attorno ad un tavolo per ricalibrare il programma di governo e chiudere su alcuni punti nodali». A rallentare l’azione amministrativa contribuirebbero, secondo il Pd, anche le frizioni con alcuni dirigenti.
«Ci remano contro», sbotta il capogruppo Mauro Boscolo Bisto, «è tempo che il sindaco faccia la voce grossa perché dobbiamo iniziare a dare risposte concrete. Il nostro appoggio a Casson non è mai venuto meno e credo che ci siano le basi per continuare».Resta da capire a che prezzo dato che, almeno formalmente, le posizioni delle due parti sono opposte. Il Pd vuole il reintegro dell’assessore, il sindaco lo esclude. Qualcuno ipotizza che un azzeramento totale della giunta e un rimpasto potrebbero essere un buon compromesso. Pare che i più furenti in calle Padovani siano gli uomini vicini a Lucio Tiozzo, che ha vissuto la cacciata dell’assessore come uno sfregio al partito, ma molti altri sarebbero disposti a “perdonare” Casson e tirare dritto. Il primo confronto per giocare a carte scoperte sarà domani, alle 18.
«Sono sereno», precisa Casson, «ho preso una decisione in piena coscienza, una decisione istituzionale, che sapevo avrebbe avuto implicazioni politiche. Quella decisione non è in discussione. Sono, invece, disposto, come ho sempre fatto, a confrontarmi su tutto. Sui dirigenti ci sono delle criticità è vero, ci confronteremo anche su quelle sapendo però che abbiamo quattro dirigenti a fronte dei nove previsti nell’organigramma e 100 dipendenti in meno di dieci anni fa. È chiaro che la macchina amministrativa si rallenta, e di molto. Confermo la mia volontà di lavorare con il Pd».
Elisabetta Boscolo Anzoletti
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