Giunta Brugnaro, è l’ora della verifica
Dopo la sconfitta del fronte del Sì al referendum che ha portato alle dimissioni del premier Matteo Renzi, c’è anche chi - evidentemente insoddisfatto del percorso della nuova Giunta - chiede i conti anche al sindaco Luigi Brugnaro, chiedendo una sorta di verifica nella maggioranza alla vigilia del voto sul bilancio di previsione 2017 che porterà in “regalo” ai veneziani anche aumenti di imposte come quello della Tari, la tassa sui rifiuti, del 5,5 per cento. È la “corrente” della Lista Brugnaro che riunisce quattro consiglieri che ormai si muovono politicamente in sincrono, in modo sempre più critico nei confronti dell’amministrazione: Renzo Scarpa, Ottavio Serena, Giancarlo Giacomin e Ciro Cotena. Che ora hanno affidato a un documento la loro analisi critica rivolta al primo cittadino.
«Ha ragione Luigi Brugnaro, il voto al Referendum ha riguardato la coscienza di ognuno di noi», scrivono. «Detto ciò la pesante sconfitta del Sì alla consultazione referendaria pone la necessità di una valutazione politica sui risultati e sul percorso intrapreso dalla Lista Brugnaro e sulla strada fino a qui percorsa. Il sindaco Brugnaro è stato coinvolto in questa sconfitta per l’appoggio dato al Sì, anche non condividendo nel merito la riforma. Conseguentemente questo ha trasformato in un vero e proprio appoggio politico, con aperture di credito e ipotesi di intese, che ha spostato sul premier Renzi l’asse politico della stessa amministrazione di Venezia. Anche se il sindaco si è mosso in forma autonoma per ricercare opportunità politiche nell’interesse della città ciò non esclude, tuttavia, la sua lista dagli effetti della sconfitta perché tutti, in qualche modo, ne vengono coinvolti. Le alleanze politiche sono state messe in crisi, mentre in termini di voti, non si è evidenziato un “elettorato Brugnaro”. Si può immaginare, quindi, che sia l’appoggio ad una riforma costituzionale pasticciata e pericolosa e le ipotesi di cambio delle alleanze, con il loro bagaglio di conseguenze, non possono che avere determinato un profondo disorientamento nell’elettorato e negli stessi attivisti che compongono il corpo vivo della formazione politica che governa la nostra città».
Oltre a chiedersi se per Brugnaro valesse davvero la pena di sostenere una battaglia il cui unico vincitore sarebbe comunque stato Matteo Renzi, i quattro consiglieri chiedono chiarimenti su «quelle ipotesi di avvio di una collaborazione politica tra la Lista Brugnaro e una parte del Pd che è stata ripetutamente ventilata da autorevoli esponenti vicini al sindaco e mai realmente smentita dallo stesso».
Essa sarebbe «la completa disattesa degli impegni elettorali, l’avvio di un periodo di forte contrapposizione con le formazioni politiche attualmente alleate e la definitiva chiusura dei rapporti con chi governa la Regione Veneto. Nessuno di noi si è candidato per questo. Nessuno di noi si è candidato per tornare alle inconcludenti giravolte sulle alleanze politiche. In ogni caso, sul piano locale, quanto avvenuto stabilisce una linea di demarcazione tra il prima e il dopo e dichiara definitivamente concluso il periodo di prova e verifica, normalmente concesso dai cittadini ad ogni nuova amministrazione. D’ora in avanti qualsiasi nostra azione verrà pesata per i suoi effetti sulla città senza alcun tipo di sconto. A nostro avviso si pone, conseguentemente, la necessità di un riassestamento dell’attività politica e un rilancio dell’azione di governo della Città di Venezia». Tra i temi inespressi finora, per Scarpa, Serena, Giacomin e Cotena ci sono i tagli di spesa promessi e non attuati e i costi del personale, immutati. (e.t.)
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia