Giudici di pace sciopero di un mese

Ancora un mese di sciopero per i giudici di pace. Da domani e fino al 6 maggio saranno garantiti solamente un’udienza a settimana, oltre che l’espletamento degli atti indifferibili e urgenti. La...
Interpress/Mazzega. 10.06.2015.- Riva di Biagio Palazzo del Giudice di Pace
Interpress/Mazzega. 10.06.2015.- Riva di Biagio Palazzo del Giudice di Pace

Ancora un mese di sciopero per i giudici di pace. Da domani e fino al 6 maggio saranno garantiti solamente un’udienza a settimana, oltre che l’espletamento degli atti indifferibili e urgenti. La proclamazione dell’astensione a livello nazionale si aggiunge agli 11 scioperi già fatti, per un totale di 115 giorni. I riflessi della mobilitazione si faranno sentire anche degli uffici di Riva de Biasio. Nel mirino, la riforma della magistratura di pace e onoraria voluta dal ministro Orlando. Una riforma “incostituzionale”, spiegano Gabriele di Girolamo e Maria Flora Di Giovanni, rispettivamente presidente di Angdp e presidente di Unagipa, «che precarizza ulteriormente la categoria, limitando l’impiego dei giudici a 2-3 giorni la settimana, prevedendo una paga più bassa di una colf o di una badante, ponendo i contributi previdenziali integralmente a carico dei magistrati, non riconoscendo tutela alcuna in caso di malattia o gravidanza».

«Le forze politiche che hanno vinto la elezioni hanno manifestato la volontà di modificare radicalmente, se non abrogare, la riforma della magistratura onoraria voluta da Orlando», continuano i rappresentanti dei giudici di pace. Con la loro protesta, i giudici di pace puntano a chiedere al ministro Orlando «di sospendere immediatamente l’attuazione della riforma» e al prossimo Governo «di procedere, con decreto legge, alla stabilizzazione dei giudici di pace e dei magistrati onorari in servizio sulla falsariga della legge che stabilizzò i vice pretori onorari, peraltro in linea con le vincolanti direttive e decisioni comunitarie ed europee. In tal modo verrà assicurata la continuità del servizio e la preservazione di professionalità acquisite da giudici e pubblici ministeri che da 15-20 anni esercitano a tempo pieno la giurisdizione e trattano oltre il 60% del contenzioso civile e penale». (ru.b.)

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