Giudici di pace a Venezia Mestre perde un servizio
MESTRE. Rassegnazione e malumore. Con questo animo all’ufficio dei giudici di pace di via Palazzo, a Mestre, ci si prepara al trasloco a Venezia. Otto dipendenti e 4 giudici dal 4 novembre traslocano nella sede dei giudici di pace di Riva de Biasio, a Venezia. Giudici mestrini al pianoterra, colleghi veneziani al primo piano.
La terraferma, compresi i Comuni di prima cintura, resta così senza giudici di pace. Eppure questi uffici sono molto utilizzati dai cittadini per risolvere liti, rivalse, impugnare decreti ingiuntivi e fare opposizioni alle contravvenzioni al codice della Strada. Per esempio le settemila multe contestate nella Ztl di via Colombo sono state discusse qui.
Una scelta che non soddisfa nessuno: dipendenti dell’amministrazione della giustizia, cittadini e avvocati. Perché come spiegano i sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, il trasferimento a Venezia «anticipato rispetto all’accorpamento dei giudici di pace previsto per aprile 2014 mette, di fatto, la parola fine alla giustizia di prossimità». L’ufficio di Mestre ha visto quest’anno ben 3.600 procedimenti aperti contro i quasi 1.200 di Venezia. I casi di decreti ingiuntivi sono aumentati del 20 per cento, dicono in via Palazzo. Insomma, di lavoro ce n’è tantissimo. «Una situazione paradossale che mette in forse il concetto di giustizia vicina ai cittadini», ribadisce Giuseppe Paone, coordinatore provinciale del settore Giustizia della Uil.«L’ufficio di Mestre non viene accorpato ma spostato a Venezia. Noi sindacati siamo contrari, come lo siamo su tutta la legge che chiude 800 sedi giudiziarie in Italia. Al disagio dei dipendenti, evidente, si aggiunge quello del cittadino costretto a sobbarcarsi un viaggio più lungo per raggiungere Venezia, con il rischio di dover spendere di più per chiedere l’aiuto di un avvocato e purtroppo ci saranno persone che per questo dovranno rinunciare a chiedere giustizia», segnala Enrico Strati, segretariogenerale della Uil PA. Anche in Comune c’è chi storce il naso, ma in generale la reazione è quella di allargare le braccia. Il Comune di Venezia rivuole gli uffici di via Palazzo per portare in porto l’operazione di riorganizzazione delle proprie sedi, annunciata da tempo, e così ha chiesto ai giudici di pace di lasciare gli uffici davanti al Municipio. L’ipotesi di portare i giudici all’ex Krull di piazza XXVII Ottobre, sostenuta da un pronunciamento del consiglio comunale veneziano dell’aprile 2012, è rimasta lettera morta. «Noi siamo sempre stati favorevoli allo spostamento da via Palazzo, per potervi inserire qui gli uffici della Municipalità. Ma noi abbiamo chiesto un trasferimento non in laguna ma in piazza Barche», ricorda il consigliere comunale del Pd, Emanuele Rosteghin. «Abbiamo investito per il restauro della sede di Riva De Biasio. E alla proposta di spostamento all’ex Krull la risposta della Procura non è stata mica positiva», ricorda l’ex assessore al Patrimonio Bruno Filippini (ora responsabile del settore Casa). E aggiunge: «Va ricordato che ogni proposta di mantenimento a Mestre dell’ufficio sarebbe a totale carico dell’amministrazione comunale». E i fondi mancano. Quindi, niente da fare.
Dal 4 al 15 novembre è fissato il trasloco a Venezia nella sede dell’ex Provveditorato. A Mestre resterà però l’archivio dei 160 mila fascicoli, più gli scatoloni, pare 180, di Venezia. Che non hanno altro posto dove andare.
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