Giudice di Pace verso la chiusura «Cavarzere non vuole pagare»

Allarme a Chioggia per lo stallo nella gestione economica dell’unico ufficio giudiziario nel Comune Due alternative: o tenere aperto solo con Cona chiedendo il saldo a Cavarzere o smantellare tutto
CHIOGGIA. Ufficio del Giudice di pace sempre più vicino alla chiusura. Chioggia non ha le risorse da sola per implementare la pianta organica, al momento ridotta all’osso, e per coprire le spese di gestione, di oltre 200. 000 euro l’anno. Nell’ultimo incontro di due giorni fa, Cavarzere ha negato l’intenzione di contribuire alle spese e il contributo di Cona, di 2. 000 euro, non è sufficiente per risolvere i problemi.


Ad ammettere che la situazione sia disperata è lo stesso sindaco Alessandro Ferro che sta anche meditando azioni drastiche nei confronti di Cavarzere, compresa l’estromissione dal servizio. Gli ultimi sei mesi sono stati per l’ufficio del Giudice di pace un continuo calvario. Dopo il trasferimento di due dipendenti, rientrati in municipio dopo aver perso il ricorso per chiedere l’adeguamento di contratto, il personale è rimasto ai minimi termini (una cancelliera e un messo) e l’attività è andata in tilt due volte, in occasione della malattia della cancelliera. La conseguenza in entrambi i casi è stata il rinvio di tutte le cause in calendario, oltre 30, a sessioni successive, spostandole anche di 5-6 mesi. Un disagio evidente per le parti in causa, gli avvocati e i testimoni.


Ma il problema è anche un altro, quello dei costi di gestione, oltre 200. 000 euro tra utenze, stipendi e spese legate all’attività. Un costo che da anni il comune di Chioggia sostiene di non poter più sopportare da solo, battendo cassa nei comuni vicini, Cona e Cavarzere, che usufruiscono del servizio. Per il 2018 al momento la copertura non c’è.


«Le prospettive sono tutt’altro che buone», spiega Ferro, «purtroppo anche nell’ultimo incontro di due giorni fa il sindaco di Cavarzere, Henri Tommasi, ha ribadito di non volere partecipare alle spese. Tenendo conto della popolazione, del numero di pratiche e della distanza dalla sede avevo anche abbassato la richiesta di contributo, 2. 000 euro per Cona, e 30. 000 euro per Cavarzere. Cona, mantenendo fede agli accordi di mesi fa, ha già deliberato la compartecipazione in Consiglio comunale, Cavarzere invece non ci sente proprio. Il loro apporto assieme ci avrebbe permesso di coprire i costi di un secondo cancelliere dando ossigeno all’attività che con il solo personale in servizio ora non può andare avanti, inutile nasconderselo. O si permette all’ufficio di funzionare bene e con continuità oppure l’unica soluzione è chiudere».


Il no di Cavarzere peserà non poco nelle riflessioni che nei prossimi giorni il sindaco è chiamato a fare. «A breve dovremo decidere», spiega Ferro, «o si firma la convenzione solo con Cona, si estromette Cavarzere chiedendo al Ministero di toglierlo dall’ambito territoriale del Giudice di pace, spostandolo a Venezia, facendogli causa per le spese pregresse, oppure davvero dovremo chiudere»


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