Giudice di pace chiuso, duecento a casa

Chioggia. La malattia dell’unica cancelliera ha provocato la paralisi dell’ufficio. Avvocati e testimoni costretti ad andarsene
Ruggero Donaggio mph01a 10/7/2003 Chioggia: cittadella della giustizia, aula udienze penali Cittadella della Giustizia
Ruggero Donaggio mph01a 10/7/2003 Chioggia: cittadella della giustizia, aula udienze penali Cittadella della Giustizia
CHIOGGIA. Si ammala la cancelliera, ufficio del giudice di pace paralizzato. È successo ieri mattina quando le 35 cause in calendario sono state tutte congelate e rinviate di un mese, creando disagi e forti polemiche tra le parti in causa, gli avvocati e i testimoni, in tutto oltre duecento persone che sono dovuto tornare a casa o hanno perso mezza giornata.


Il blackout nel lavoro ha concretizzato tutti i timori sollevati negli ultimi mesi sulla difficoltà di personale dell’ufficio, retto dal punto di vista amministrativo da un solo dipendente. Quello che si era più volte paventato, ieri mattina è successo.


Senza cancelliera, l’unica al momento in servizio, non si è potuto svolgere il lavoro e discutere le cause. Mano a mano che sono arrivate le persone coinvolte, oltre 200 tra avvocati, testimoni e parte in causa, gli è stato spiegato che era impossibile procedere con le discussioni perché la cancelliera era assente per malattia. Tutte le 35 cause in calendario sono state rinviate al 16 novembre quando ne sono già previste 50. Facile intuire che non sarà possibile discuterle tutte e quindi ci saranno ulteriori rinvii e ulteriori disagi. La notizia non è stata ben digerita da chi ieri era convinto di discutere la propria causa, si era preso un giorno di ferie al lavoro o aveva macinato chilometri per raggiungere la Cittadella della Giustizia di Chioggia.


Il servizio è sotto organico da tempo e le soluzioni non sembrano imminenti. Due amministrativi hanno lasciato l’ufficio del giudice di pace dopo aver perso il ricorso con il quale chiedevano l’adeguamento dello stipendio a quello di cancelliere.


L’amministrazione comunale ha tenuto più di un incontro con i dipendenti per chiedere chi fosse interessato a un trasferimento, ma senza incentivi di tipo economico nessun vuole cambiare mansioni e settore. Sul giudice di pace pesa però anche un ulteriore macigno. Il Comune di Chioggia ha più volte spiegato di non poter sopportare da solo il peso economico della gestione dell’ufficio, che supera i 200 mila euro all’anno. Per il 2017, con uno sforzo dell’ultimo minuto, l’amministrazione di Chioggia era riuscita a trovare le risorse per coprire il servizio fino a fine anno.


Il 2018 però è a rischio. Più volte il sindaco Alessandro Ferro ha spiegato che in assenza di contribuiti esterni non si potrà più coprire in autonomia il costo. L’appello era rivolto in primis ai comuni di Cavarzere e Cona che usufruiscono del giudice di pace e dovrebbero partecipare alle spese con una quota parte.


Il rischio, più che concreto, è che dal 2018 il servizio chiuda e anche l’ufficio del giudice di pace, come già successo per il Tribunale, venga trasferito a Venezia, creando non pochi disagi agli utenti e agli avvocati, che saranno costretti a lughe trasferte, e andando a intasare l’ufficio veneziano.


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