Giudice di pace a rischio Tommasi contro Ferro

Il sindaco di Cavarzere replica al collega di Chioggia sulla quota di 30 mila euro da pagare per mantenere il servizio: «Voglio lo stesso sconto deciso per Cona»
CAVARZERE. Il sindaco di Cavarzere, Henri Tommasi, respinge con fermezza e rimanda al mittente le accuse del sindaco di Chioggia, Alessandro Ferro, sulla questione della probabile chiusura dell’ufficio del giudice di pace, la cui ubicazione si trova attualmente all’interno dell’ex tribunale, ormai dismesso. Ferro aveva puntato il dito contro Tommasi affermando che Cavarzere non vuol pagare la quota spettante di contribuzione nelle spese, minacciando anche azioni drastiche e chiedendo pure gli arretrati degli anni passati. In sintesi va ricordato che, secondo la ragioneria del Comune di Chioggia, il costo ammonterebbe ad oltre 200 mila euro annui, pagati finora per intero da Chioggia.


Ferro, in un primo momento aveva quantificato in 10 mila euro per Cona e 40 mila euro per Cavarzere la quota di contribuzione alle spese, poi ridotta a 2 mila per Cona e 30 mila per Cavarzere. Quota che però Tommasi ritiene sproporzionata se paragonata allo sconto concesso a Cona, chiedendo di rivedere la “tariffa” .


Ferro però tira dritto e di sconti ulteriori non ne vuole sapere, scatenando la protesta di Tommasi. “Non voglio passare», dice il sindaco di Cavarzere, «per colui che vuole affossare l’ufficio del giudice di pace, perché anzi è stato proprio il sottoscritto, quando sembrava che a Chioggia non interessasse più di mantenere il servizio, a battersi per tenere in vita l’ufficio, invitando i comuni interessati ad una convenzione per la suddivisione delle spese. Ora però si scarica sulle mie spalle questa responsabilità quando invece è solamente una questione di principio perché se a Cona è stato fatto uno sconto del genere non vedo per quale motivo a Cavarzere non venga applicato lo stesso criterio. Chioggia parla di oltre 200 mila euro di costi, ma se andiamo a vedere ci sono delle voci che possono tranquillamente essere ridotte. Anzi facciamo la proposta di offrire noi dei locali per mantenere l’ufficio, che avrebbero un costo decisamente inferiore, anche se è chiaro che Chioggia non accetterà mai. Respingo però qualsiasi responsabilità e mi chiedo se Chioggia voglia effettivamente tenere aperto l’ufficio visto che, oltre a pretendere una cifra che il nostro Comune non si può permettere per questo servizio, poi chiede pure gli arretrati ed evidenzia anche problemi legati al personale. Non vorrei che avessero già deciso di chiudere il servizio e fossero alla ricerca di un colpevole».


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Riproduzione riservata © La Nuova Venezia