Giro di mazzette a Veritas in nove verso il processo

Il pm ha chiuso le indagini sulle presunte tangenti per ottenere gli affidamenti Il direttore della multiutility Razzini non compare tra i nomi degli indagati
Di Rubina Bon
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Mestre, via Porto di Cavergnago/ Sede Veritas
Foto Agenzia Candussi/ Mion/ Mestre, via Porto di Cavergnago/ Sede Veritas

VENEZIA. Presunto giro di mazzette a Veritas per ottenere l’affidamento dei lavori: il pm Giorgio Gava ha chiuso le indagini sulla presunta cricca che, stando alle accuse, sarebbe stata gestita da Claudio Ghezzo, allora direttore commerciale della multiutility veneziana che si occupa di rifiuti e servizi. Nelle scorse ore è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini ai difensori degli indagati. Vanno verso il processo, oltre a Claudio Ghezzo, anche gli altri due destinatari di misure, ovvero Enzo Busato (1959, Casier) al tempo dei fatti contestati contitolare della ditta “Fratelli Busato Autotrasporti” di Preganziol e attualmente agli arresti domiciliari, e Sabrina Tonin (1957, Tombolo), responsabile commerciale della ditta “Plan-Eco” di Cittadella, ai domiciliari dopo più di due settimane in carcere. Il pm ha chiuso le indagini anche su Giuseppe Busato (1964, Casier), contitolare della ditta di famiglia; Denis Baldan (1973, Montecchio), legale rappresentante della “Futura srl”; Roberto Filipello (1938, Verona), legale rappresentante della “Plan-Eco”; Nicola Giuseppe Bertollo (1978, Tombolo), socio di maggioranza della “Plan-Eco”; Maurizio Frison (1958, Piove di Sacco), dipendente della società SVET srl; Alessio Bonetto (1979, Codevigo), direttore della direzione commerciale, bonifiche, impianti, smaltimenti, discariche di Veritas; oltre che per le società “Plan-Eco srl”, “F.lli Busato Autotrasporti srl” e “Futura srl”. Le accuse mosse a vario titolo sono di corruzione, abuso d’ufficio e turbativa d’asta.

Non compaiono nell’avviso di chiusura indagini i nomi di Andrea Razzini, direttore generale di Veritas, finito nell’inchiesta con l’accusa di abuso d’ufficio, e di Claudio Doné, legale rappresentante della “Se.Fi. Ambiente srl”. Ciò potrebbe significare che la loro posizione sia destinata a seguire un percorso diverso rispetto a quella degli altri indagati.

Il pm Gava sostiene che l’ex direttore commerciale della multiutiliy veneziana abbia percepito 51.500 euro dal 2011 al 2015 dalla “F.lli Busato Autotrasporti” e oltre 100.000 euro tra il 2009 e il 2015 dalla “Plan-Eco”. Busato, sentito dalla giudice Marchiori, aveva ammesso le dazioni, spiegando di aver consegnato i soldi a Ghezzo «per generosità». Quanto agli affidamenti, Veritas a suo dire avrebbe scelto la ditta di Preganziol perché molto più conveniente rispetto ai concorrenti. Nei giorni scorsi Busato, difeso dall’avvocato Marco Vianello, si è fatto riascoltare. Chiederà a breve un interrogatorio anche Ghezzo. Il suo difensore, l’avvocato Fabio Niero, sta completando una memoria per dimostrare la bontà del sistema di affidamento. Potrebbe chiedere di essere sentita anche Sabrina Tonin, difesa dall’avvocato Elisa Berton.

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