“Giracittà” e vaporetti in ritardo: Actv si difende attaccando
VENEZIA In attesa del nuovo (affollato) ponte del 25 aprile, anche ieri, nuovi pesanti disagi sui trasporti pubblici, con motoscafi del Giracittà gremiti di passeggeri e centinaia di persone lasciate a terra, in particolare a Murano, nel pomeriggio,e nell’area marciana: turisti, ma anche mamme con i passeggini. Prendere un battello Actv - si tratti di Linea 1 o Giracittà - è un terno al lotto tra fortuna e pazienza ora che è ripresa la stagione turistica, scatenando una bagarre anche politica.
La durissima presa di posizione della Cgil contro il nuovo assetto del Giracittà, ha provocato non solo la piccata reazione dell’azienda, ma anche quella degli altri sindacati confederali: perché la sperimentazione del Giracittà fa parte dell’accordo sottoscritto ad agosto, da Cgil compresa (Usb esclusa). La Filt aveva segnalato oltre 80 corse in ritardo e mezzi gremiti, chiedendo alla giunta di tornare al vecchio orario e al prefetto di convocare un tavolo per affrontare l’emergenza trasporti.
In un comunicato ufficiale, Actv parla di numeri «avventati» e di «attacchi strumentali», a fronte del 18% di mezzi in più in circolazione rispetto alla Pasqua 2013, rammentando come non si possa parlare di ritardi entro i 5 minuti e ricordando come si sia giunti ai nuovi orari dilatati (per altro contestatissimi dai passeggeri: la linea 1 ogni 12 minuti non regge il peso di una normale stagione turistica) per i pesanti ritardi dell’estate-incubo 2013. Actv attacca Cgil parlando di «assoluta mancanza di obiettività intellettuale» nel mettere insieme sperimentazione del Giracittà e 50 mila presenze a Pasqua, accusando il sindacato di aver «contribuito con le loro politiche alle scelte del passato, quando nel 2012 l’azienda ha rischiato la propria esistenza, mettendo a repentaglio conseguentemente i posti di lavoro e rasentando il disastro economico e finanziario».
Colpa dei fondi tagliati, conclude Actv-Avm, che si assolve: la dirigenza «sta cercando, con risorse economiche e finanziarie di molto inferiori a quelle del passato, di fronteggiare al meglio i problemi e i limiti strutturali implicitamente insiti in una città fragile come Venezia. L’enorme massa di turisti, in arrivo ogni anno a Venezia, non è e non può essere “risolta” da Actv»».
Da parte sua, la Cisl-Fit - nei giorni scorsi - aveva già spostato l’obiettivo, puntando l’indice contro l’amministrazione comunale, per non essere ancora intervenuta con il raddoppio dei ponti, la separazione del traffico dei battelli e dei mezzi per l’aeroporto, la revoca delle concessioni acquee nei punti più stretti del Canal Grande, né con i promessi controlli serrati. Ma pur suggerendo interventi sulle linee 3 e 6 in gran sofferenza - con rotture di carico a piazzale Roma e fondamente Nuove, navette e tempi ancora più lunghi a 65 minuti - Cisl-Fit difende la sperimentazione e presenta il conto al Comune, «auspicando che nessuno abbia la velleità di ridurre i tempi di percorrenza».
«Non si può assolutamente pensare che la soluzione sia sospendere la sperimentazione del Giracittà», concorda Alfredo Pipino, Ugl, «compito di un sindacato è difendere i lavoratori, della politica risolvere i problemi di accesso alla città: non si deve tornare indietro, ma completare e migliorare la sperimentazione». Dibattito che infiammerà il Consiglio comunale di lunedì 28, con un fuoco incrociato di ordini del giorno contro il nuovo Giracittà. A chiedere, al contrario, il ritorno immediato ai vecchi turni è il Comitato lavoratori della Navigazione, associazione che riunisce oltre 500 dipendenti Actv, che lamentano come il servizio sia gravemente peggiorato per lavoratori e utenza, mettendo a rischio anche gli incassi turistici, fonte primaria degli incassi Actv.
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