GiraCittà, bufera in Consiglio sugli orari
«Torniamo subito ai vecchi orari». Il coro delle proteste sul nuovo GiraCittà si ingrossa ogni giorno. Ieri in Consiglio comunale i rappresentanti del sindacato autonomo Usb hanno distribuito volantini e chiesto un incontro urgente al sindaco e alla giunta. «Troppe le cose che non vanno», scrivono, «e troppe le domande irrisolte: gli ultimi provvedimenti hanno provocato solo disagi». Disagi riconosciuti anche dal sindaco Giorgio Orsoni, che ha convocato nei giorni scorsi una riunione con il suo assessore alla Mobilità Ugo Bergamo e i tecnici per fare il punto della situazione. Adesso con i nuovi orari in vigore dal 1° maggio arriveranno alcuni correttivi, altri dovrebbero scattare il 6. E il ripristino della frequenza ogni venti minuti della linea 4.1-4.2 potrebbe scattare da metà maggio. «Ci vuole la condivisione», dice Bergamo, che ha incontrato ieri le Municipalità di Venezia e del Lido e convocato per il giorno 12 una riunione congiunta delle commissioni. Molti i punti critici, a cominciare dai nuovi orari del GiraCittà, con una corsa ogni mezz’ora quasi ovunque. Si è visto in questi giorni di festa e di assalto turistico. «I vaporetti passavano ogni mezz’ora, e quasi sempre già pieni», protestavano ieri in Consiglio comunale alcuni residenti della zona Tre Archi. Qualche problema anche per il deflusso dall’Arsenale, sabato e domenica, con la sola entrata dei Bacini e orari del sito che non corrispondono con quelli esposti al pontile.
«Un verio disastro», accusa senza mezzi termini il consigliere della Sinistra Sebastiano Bonzio, «lo avevamo previsto, inascoltati. Adesso chiediamo all’Actv di rimettere le cose a posto. Ma respingiamo le strumentalizzazioni delle opposizioni. Se volevano parlare del problema non avrebbero fatto mancare lunedì scorso il numero legale». L’ordine del giorno che chiedeva di rinunciare alla sperimentazione aveva raggiunto la maggioranza dei consiglieri, di ogni partito. Dure critiche anche all’interno del Pd («Non funziona», dice il consigliere Pino Toso. Molto critico anche il presidente della commissione Trasporti Luigi Giordani, che pure in un primo momento aveva dato il suo via libera all’iniziativa. Ci avevano detto che c’erano dei vantaggi, ma non è così», dice, «bisogna tornare indietro, e questo è decisio. Bisogna solo vedere come». Proteste arrivano dalla Giudecca e da Cannaregio, da Castello e da Murano, anche dal Lido (ieri anche per il fermo del ferry, che ha lasciato molti a terra per ore). Non funziona il sistema dei bis – spesso vuoti– si sente invece il taglio delle corse e la lentezza, anche in Canal Grande con linea 1 e 2 ogni 12 minuti.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia