Giovani nullafacenti, boom nel Veneziano

Sono trentamila i Neet: ragazzi dai 15 ai 29 anni che non studiano, non lavorano e non fanno corsi. Raddoppiati in cinque anni
I numeri della crisi: 3 mila giovani che non lavorano e non studiano
I numeri della crisi: 3 mila giovani che non lavorano e non studiano
MESTRE. Non studiano, non lavorano, non sono nemmeno impegnati in un qualsivoglia percorso di formazione. Sono i Neet, acronimo inglese entrato a far parte del vocabolario corrente, che sta per Not in education, employment or training: giovani tra i 15 e i 29 anni che non risultano occupati e non seguono corsi professionali regionali, stage o tirocini.
 
Datagiovani li ha censiti nello studio “I giovani Neet in Veneto nella crisi”, registrando un dato su tutti: in termini assoluti è la provincia di Venezia quella in cui il fenomeno è più rilevante, con un quarto di tutti i Neet della Regione, un’incidenza sui giovani della provincia del 26%, pressoché raddoppiati da quando la crisi ha iniziato a mordere, passando da poco meno di 15 mila del 2008 ai quasi 30 mila di inizio 2014. Non solo: è tra i laureati che ritroviamo il maggiore aumento dei Neet in regione (dove i giovani senza futuro al primo gennaio 2014 sono 130 mila), schizzati a + 140 per cento. Analfabeti del lavoro. L
 
a definizione di Neet rientra all’interno di precise indicazioni europee, visto che gli “analfabeti lavorativi” o “néné” (né lavoratori né studenti) si stanno diffondendo a macchia d’olio. Dalla condizione di Neet sono dunque esclusi non solo i giovani impegnati in processi formativi regolari (detti anche formali), ma anche quelli che svolgono attività formative cosiddette non formali. Il monitoraggio della categoria è stato introdotto dalla Commissione Europea per avere la misura di quello che potrebbe rappresentare uno dei principali focolai di disagio ed esclusione sociale, visto che in Italia i Neet sono 2milioni 400 mila. Lo studio. Le stime di Datagiovani sono state realizzate a partire dai dati Istat -Rcfl (numero di Neet per regione e genere e incidenza sulla popolazione, dinamica annuale provinciale del tasso di disoccupazione ed inattività dai 15 ai 29 anni per provincia) e sulla popolazione residente provinciale per età (assumendo quella del primo gennaio 2014 come quella media del 2013), nonché dalle stime proposte a livello provinciale dal 2009 al 2012 da Italia Lavoro.
 
Il fermo immagine ci restituisce un’istantanea in cui l’esercito dei Neet è in vertiginoso aumento e la nostra provincia è in cima alla top-seven. Le cifre. A Venezia gli “analfabeti del lavoro” erano 14.860 nel 2008, suddivisi in 10.233 femmine e 4.627 maschi. A inizio 2014 erano 29.638, di cui 16.752 donne e 12.886 uomini (oggi queste cifre possono essere aggiornate al rialzo). In punti percentuali sulla popolazione residente, siamo passati dal 12,5 per cento del 2008, al 25,9 per cento di inizio 2014. Anche la stima in variazioni percentuali e assolute dell’oscillazione dei Neet in questi cinque anni, rende l’idea del fenomeno. Venezia che ha raddoppiato il numero dei giovani nullafacenti, è cresciuta del 99,4 per cento, un valore che supera notevolmente la media regionale e quella delle altre province prese in esame. Per quel che riguarda il tasso di disoccupazione, sempre stimato, Venezia è passata dal 9,4 al 23,4 per cento (rapporto tra disoccupati e forza lavoro). Nel complesso in Veneto i Neet sono aumentati del 66%, passando dai 78.063 del 2008 ai 129.822 (quasi 52 mila in più in termini assoluti) di inizio 2014. Curricula. L’ultimo dato sui cui riflettere è la componente di studio. Oltre la metà degli “analfabeti lavorativi” ha un diploma di scuola superiore o una qualifica professionale, mentre il 14% (circa 18 mila) possiede una laurea. È proprio tra chi ha un titolo più elevato che si registra l’incremento maggiore di Neet: +140 per cento rispetto al 2008.

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