Giovani negli alloggi sfitti in cambio di manutenzione
MARGHERA. Le case popolari sfitte a Marghera sono ormai in numero tale da poter, se messe a nuovo, risolvere buona parte dei problemi di abitabilità dell’intera terraferma. Ma proprio l’impossibilità, per motivi principalmente di carattere economico, della messa in sicurezza di gran parte degli edifici rende attualmente in pratica irrealizzabile ogni tentativo di ripopolamento, con il forte rischio di creare nuove aree scarsamente abitate e di disagio.
La nuova segnalazione arriva da via delle Case Nuove a Catene e segue la scomparsa di un’altra anziana abitante, che viveva da sola in appartamento. «Purtroppo», spiega il portavoce degli abitanti, Graziano Menin, «siamo costretti a denunciare, ancora una volta, il continuo spopolamento e abbandono dei vecchi insediamenti di Via Case Nuove, una situazione che ha ormai raggiunto le circa trenta unità, dovuta sostanzialmente alla scomparsa di inquilini in età avanzata. Immobili vuoti e senza ornai nessun tipo di manutenzione interna, mettono a serio repentaglio le condizioni igienico-sanitarie e manutentiva dei caseggiati, non trascurando ovviamente, in questo delicato momento il rischio di occupazioni abusive da parte di soggetti poco inclini alla convivenza civile».
Il grido d’allarme di via Case Nuove si sposta ora alla Municipalità, che non ha problemi ad ammettere la carenza di fondi. «Se fosse possibile mettere a norma tutti gli appartamenti comunali di Marghera», dice il vicepresidente della Municipalità, Bruno Polesel, «si risolverebbero gran parte dei problemi abitativi della terraferma. Purtroppo il Comune e l’Ater non hanno i fondi necessari per operare la ristrutturazione».
Ma, a tal proposito, proprio da Catene arriva un’idea. «Chiediamo che l’amministrazione», continua Menin, «valuti come indicazione la seria opportunità da dare a giovani coppie di insediarsi con regolarità contrattuale sui tanti appartamenti disabitati a fronte di impegni precisi a rimettere in condizioni normative gli stessi immobili, carenti nel corso degli anni di interventi di manutenzione interna. Si dia da subito, insomma, un segnale di intenti concreti, il procrastinare ulteriormente interventi in tal senso non fa altro che aggravare una situazione già di per sé delicata dal punto di vista sociale».
Con questa possibilità il problema abitativo potrebbe essere vicino alla soluzione completa.
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