Giovane designer scolpisce il plexiglass

MIchele Garlato realizza forcole, “feri” da gondola, bricole e bifore. Sogna di aprire un negozio
Di Silvia Zanardi

Quando si parla di tradizioni, a Venezia, il pensiero va subito al vetro, alla gondola e agli antichi mestieri che hanno reso grandi queste arti nei secoli. Poi si passa alla riflessione sulla loro vita attuale, resa difficile dall'invasione del turismo di massa e dal commercio dei prodotti realizzati in serie. Imboccando il sentiero che attraversa, e spesso divide, storia e contemporaneità, un ragazzo della Giudecca ha scoperto l'arte che fa per lui. Si chiama Michele Garlato, ha 32 anni e scolpisce il plexiglass come fosse legno. Sembra impossibile che un materiale plastico e all'apparenza rigido possa prendere la forma di una forcola, di un fero da gondola o di una bricola. Eppure Michele riesce a domarlo e a riempirlo di vita e tradizione veneziana. «Ho iniziato per caso: dopo le scuole sono andato subito a lavorare e nel laboratorio di Andrea Giacomazzo di Ruga Giuffa ho imparato a lavorare il plexiglass - racconta Michele - Con il titolare, realizzavo lavori su commissione per l'arredo di interni».

E la storia è cominciata grazie all'incontro con Carlo Bianchi, un signore veneziano in pensione che aveva la passione della scultura e del legno: «Veniva spesso a trovarmi in laboratorio, è uno di quegli artigiani dalle mani d'oro che sanno fare di tutto - spiega ancora Michele -. Un pomeriggio mi ha detto: perché non proviamo a fare una forcola in plexiglass? All'inizio non pensavo di riuscirci, ma grazie ai suoi insegnamenti abbiamo fatto un ottimo lavoro». Dalla prima forcola (in miniatura) ne sono nate due, tre, quattro. Da quelle più semplici in plexiglass trasparente, Michele ha iniziato a sovrapporre lastre di colori differenti e a realizzare sculture multicolore: bianche e nere, rosse, gialle e verdi. E dopo le forcole è passato ai “feri” da gondola, alle bricole e addirittura alle bifore. «Per testare l'interesse del pubblico, ho iniziato a esporre questi oggetti in vetrina e a venderli - racconta Michele Garlato - Sono soprattutto i veneziani ad apprezzarli». Anche se la forcola è diventata, per il turismo colto, un oggetto di design che fa parte dell'arredamento di casa, non tutti capiscono immediatamente di quale oggetto si tratti: «In tanti si chiedono cosa siano questi oggetti, pur essendo attratti dalla loro forma. I veneziani, naturalmente, lo capiscono al volo e mi chiedono, per esempio, di reallizzare bricole o forcole per regalarle a matrimoni o compleanni».

Per il momento Michele non ha un negozio, e riesce a vendere i suoi oggetti - che nascono principalmente da materiali di scarto - attraverso attività in conto-vendita. «Aprire un negozio a Venezia sarebbe un sogno, ma so già che è impossibile: costi troppo alti, poche garanzie - spiega Michele - Per questo sto pensando di avviare un'attività in e-commerce, e quindi di commercio via internet». Le sculture di Garlato sono già state ospitate da due gallerie d'arte: nel 2010 alla Galleria d'arte Venezia, vicino a San Marco, e alla fine del 2012 dalla Galleria Berga di Vicenza. «Mi piacerebbe molto continuare con questo lavoro, sto cercando di partecipare a concorsi per giovani scultori e designer per continuare a formarmi e apprendere meglio le potenzialità di un materiale molto usato nella quotidianità», dice il ragazzo della Giudecca. Michele realizza le sue opere quasi interamente a mano. Non solo oggetti tipici della tradizione veneziana, ma anche complementi di arredo e accessori. «Naturalmente c'è chi si dimostra perplesso di fronte a una scultura in plexiglass, che assomiglia al vetro ma è di fatto un materiale plastico - conclude Garlato - La mia filosofia è però quella di riutilizzare il più possibile materiale di scarto proveniente dai laboratori, e dimostrare che l'artigianato e la tradizione veneziana passano anche da qui».

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