Giorno della Memoria in Ghetto. Luzzatto: "Ci sono germi di quell'odio". Zaia: "Pericolo negazionismo"

Il Giorno della Memoria è una mobilitazione contro i germi dell'odio che portò alla Shoah, e che ci sono ancora: parole di Amos Luzzatto alle celebrazione in Ghetto. Presente il governatore Luca Zaia
VENEZIA. «Il Giorno della Memoria non deve essere considerato solo la commemorazione della tragedia passata, ma soprattutto una mobilitazione delle forze intellettuali libere e democratiche per prevenire ricadute di quell'odio e di quelle persecuzioni perché i pericoli esistono, i germi ci sono».


L'allarme arriva dal presidente della Comunità ebraica di Venezia Amos Luzzatto. «Il terreno può essere un terreno fertile _ ha messo in guardia Luzzatto durante la cerimonia che si è svolta nel campo del ghetto di Venezia alla presenza del presidente della Regione Luca Zaia _ Il nostro compito è educare, descrivere quello che è stato, spiegare le responsabilità e intervenire attivamente per poter creare una cultura di pace e di convivenza fra genti diverse».


Luzzatto ha ricordato la storia del ghetto di Venezia e degli ebrei che da lì furono deportati nei campi di sterminio, sottolineando che oggi la comunità ebraica veneziana si sente «accolta e parte integrante della città e del Veneto» a cui dà il proprio contributo «affinché si possa convivere nel rispetto reciproco».


Forti anche le parole del il governatore Luca Zaia: «L'antisemitismo e la diffusione di idee di antisemitismo è visibile e palpabile in tutto il mondo con migliaia di assalti a sinagoghe, abitazioni di ebrei e cimiteri ebraici _ ha detto Zaia _ Ci sono centinaia di siti su internet e oltre 200 band musicali che si ispirano ai principi neonazisti e c'è anche il negazionismo. E' abominevole che ci siano degli intellettuali, anche in Italia e anche nel mondo universitario, che dichiarano senza alcuna remora che le camere a gas non sono mai esistite, che i campi di sterminio erano semplicemente dei campi di lavoro».


Zaia si è detto preoccupato perché gli intellettuali comunicano a un terreno fertile come quello dei giovani: «La nostra azione dunque deve essere rivolta ai giovani _ ha affermato _ ma anche a quei signori intellettuali e docenti universitari, come l'italiano Mattogno, che professano il negazionismo e parlano ai nostri ragazzi. La storia, non solo quella del nazismo, ci insegna che l'elaborazione della visione razziale la danno gli intellettuali, gli ideologi. Non abbiamo bisogno di ideologi ma di ideali».


E' stato reso omaggio alla memoria di Tullia Zevi, scomparsa nei giorni scorsi.

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