Giornalista denuncia la Polfer: «Tirato giù dal treno e pestato in caserma»
VENEZIA. «Tirato giù a forza dal treno e trascinato, braccia dietro alla schiena, al posto di polizia ferroviaria dove sono stato trattenuto senza motivo per una notte intera». A denunciare l’episodio è Francesco Saccardin, 38 anni, giornalista polesano. Il fatto è avvenuto la notte del Redentore. E per lui è stato «un incubo che ricorderò a lungo». La Polizia Ferroviaria, messa sul banco degli imputati, ribadisce che tutto è stato fatto secondo legge e che nessuno è stato trattenuto illegalmente nei suoi uffici e tantomeno è stata usata forza nei confronti di chicchessia. Mentre gli agenti hanno denunciato Saccardin per ubriachezza molesta e oltraggio a pubblico ufficiale, lui ha querelato gli agenti per violenza privata.
Saccardin, che è stato per tre anni agente di polizia di Stato in forza al reparto mobile, ha presentato una circostanziata denuncia ai carabinieri.
Lui racconta: «Dopo una giornata a Venezia per assistere con alcuni amici ai fuochi in bacino, rientro in stazione, a Santa Lucia, per prendere il treno. Qui, però, accade un episodio che mai mi sarei aspettato: senza motivi apparenti, se non quello di aver scattato una foto con il cellulare alle centinaia di persone presenti che a frotte prendono d’assalto i convogli, vengo puntato da un poliziotto impegnato nel cordone di filtraggio della folla verso i treni. Salgo su un vagone e vengo seguito dall’agente che mi trascina a forza giù dalla carrozza e vengo bloccato con il braccio torto dietro la schiena, e sono accerchiato da quattro poliziotti che cominciano a insultarmi e a minacciarmi pesantemente, vengo trascinato a forza e senza nessun motivo verso il loro ufficio. Sempre col braccio bloccato dietro la schiena mi rovesciano le tasche, mi buttano il portafogli a terra, mi fanno togliere le scarpe come se fossi stato un delinquente e soprattutto dopo altri insulti e altre minacce mi mettono in cella di sicurezza dove pretendono le mie scuse nei confronti della polizia. Rimango scalzo, senza aver potuto avvisare nessuno e senza che nessuno mi abbia detto per quale motivo sono trattenuto contro la mia volontà. Soltanto qualche minuto prima delle cinque del mattino, tre ore dopo il fermo, mi vengono presentati degli atti che mi rifiuto di firmare. Al di là degli orari sballati, mi ritrovo sanzionato per ubriachezza manifesta senza essere stato sottoposto a nessun alcoltest ma soprattutto denunciato penalmente per resistenza o oltraggio a pubblico ufficiale». Tornato a casa il giornalista si presenta al Pronto soccorso, dove gli è stato diagnosticato un trauma distrattivo al braccio sinistro con prognosi di tre giorni.
La polizia ferroviaria ribatte che tutto è stato fatto secondo la legge e che di ogni atto è stato informato il pm di turno.
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