Giorgio Panariello: «Porto in mezz@voi una risata anti-crisi»

Sabato a Padova il nuovo spettacolo del comico toscano che si è fatto esperto di web per dialogare con il pubblico
Di Alberta Pierobon

PADOVA. Come è messo lo humor degli italiani? «Mica tanto bene. Per esserci c’è, ma manca la voglia di tirarlo fuori. Il periodo è nero». Giorgio Panariello, che con “in mezz@voi” sabato 8 dicembre alle 21.15 sarà al Gran Teatro Geox di Padova dove mancano pochi posti per il tutto esaurito, sta tastando il polso all’umoristica creatività nazionale. E lo fa attraverso una sorta di dialogo col popolo web, da cui trae spunti, suggestioni, idee e grazie al quale monitora in diretta le preferenze del pubblico. Per tradurle in imitazioni, parodie, racconti comici.

Riempie le pubblicità in tivù e i teatri da sud a nord della penisola, Panariello, con il suo Briatore appena un pelo più raffinato dell’originale, con l’ultimo arrivato Matteo Renzi e con tutta la teoria dei suoi personaggi, da Mario il bagnino tra i primi nati, a Pio bove il macellaio, all’ultimo, Sirvano, mezza età, perennemente davanti al bar, con le tasche zeppe di verità e zero voglia di lavorare.

Ieri e l’altro ieri a Roma due sold out, domani a Bologna, sabato a Padova, poi Torino, Bergamo, La Spezia e via tutto esaurendo. «Ora più che mai la gente ha bisogno di qualcuno che la faccia ridere, dei comici», racconta Panariello, che di anni ne ha 52 ed è fiorentino di nonni napoletani. «La gente riempie le sale degli spettacoli comici come non mai, cerca di seppellire i problemi sotto una risata. E noi comici siamo portavoce del popolo, è un’investitura. È l’Europa che ci chiede distensione». Insomma, mica bazzecole, la chiamata gli arriva da Barroso in persona, e lui risponde.

E pesca suggerimenti e ispirazione dal mondo web. «È stato un cammino obbligato. A 50 anni ho dovuto avvicinarmi a smartphone, facebook, twitter e via, per raggiungere i nativi tecnologici. All’inizio è stato pesante, adesso va molto meglio, e riesco ad usare anche in modo creativo questi mezzi».

Cioè? Pesca le battute in rete? «No, piuttosto uso la rete per capire le tendenze, per farmi aiutare a scegliere il manifesto per lo spettacolo, per capire quali personaggi vanno di più, per vedere gli argomenti trainanti». Risultato? «Per esempio il planetario fenomeno delle 50 sfumature di grigio, rosso, nero: ed ecco che ho portato sul palco quel gran figo di Christian Grey, il protagonista. Oppure il fenomeno del pulcino pio, che piazzo fisicamente in scena».

Naturalmente i politici restano i grandi ispiratori, e a loro è dedicata la prima parte dello spettacolo: «Ci fate caso? Ora non vestono più come Spadolini o La Malfa, eleganti, adesso camicia, maniche rimboccate e cravatta. E da qui arrivo a Renzi. Loro vanno nei palazzetti tra fari e lustrini e io faccio il politico».

Il titolo dello show, “in mezz@voi, se dà una vigorosa strizzata d’occhio all’universo liquido, mica dimentica quello solido: ed ecco che durante lo spettacolo Panariello si porta un tot di spettatori sul palco “intor@lui”, e li utilizza. Al ragazzo chiede di andare a prendergli la sedia, alla ragazza di spostarla, a questo chiede una risposta al volo e alla signora fa passare un ilare momento sadomaso nel siparietto dedicato a Mr Grey, l’ineffabile imprenditore miliardario con la fissa della frusta e della cravatta.

«Sono felice di venire in Veneto, e poi Padova con me è sempre stata molto accogliente, riempivo il teatro anche quando ancora non ero così popolare», butta lì,e poi saluta. Le prove lo aspettano, con 50 sfumature di Grey, Renzi, Sirvano and company.

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