“Giordano”, musicista e minatore in Belgio

Fossalta di Piave ricorda Alessandro Mazzonetto, protagonista radiofonico con la sua fisarmonica
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - FOSSALTA DI PIAVE - MAZZONETTO ALESSANDRO GIORDANO CHE SUONAVA PER GLI EMIGRATI
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - FOSSALTA DI PIAVE - MAZZONETTO ALESSANDRO GIORDANO CHE SUONAVA PER GLI EMIGRATI

FOSSALTA DI PIAVE. All’anagrafe si chiamava Alessandro Mazzonetto. Ma in paese era conosciuto da tutti come “Giordano”. Fossalta di Piave riscopre la storia del suo maestro fisarmonicista, che suonava per gli emigranti italiani in Belgio esibendosi in un programma radiofonico dell’Eiar, l’antesignana della Rai. «La memoria è il presente del passato, per questo ho voluto ricordare la figura del maestro fisarmonicista», racconta Lorenzo Mazzonetto, nipote di Alessandro e curatore della ricerca storica.

Maestro di fisarmonica, ma anche di oboe, clarino e clarinetto, autodidatta, Alessandro Mazzonetto nacque alle “Ronche” a Fossalta nel 1919. Si dall’età di otto anni, iniziò a esibirsi nella banda cittadina del maestro Giuseppe Mazzon. Da giovane, nel negozio del padre orologiaio in piazza Matteotti, impartiva lezioni di fisarmonica ai suoi coetanei del Basso Piave. Chiamato alle armi nel 1938, quale maestro di musica entrò a far parte della Banda dell’Aeronautica militare. Dopo aver combattuto anche sul fronte jugoslavo, finita la guerra Alessandro Mazzonetto trovò impiego nell’industria delle Leghe Leggere a Porto Marghera. Ma non abbandonò mai la passione per la musica, giungendo anche ai primi posti del celebre Festival dei fisarmonicisti di Sanremo.

Fu lo scambio culturale con la banda musicale di una miniera di carbone in Belgio a cambiargli la vita. Gli fu proposto di far parte di questa banda e così, tra il 1951 e il 1954, “Giordano” emigrò per lavorare in una miniera come designato al controllo qualità del carbone. In Belgio si sposò con un’emigrante del bellunese. Ma non smise mai di esibirsi. «Una sera, in una delle sue tante esibizioni, fu notato da un frate francescano, che rimase impressionato dalla musicalità delle note che mio zio riusciva a estrapolare dallo strumento», ricorda Lorenzo Mazzonetto, «il frate gli chiese se fosse disponibile a partecipare a un programma radiofonico indetto dall’Eiar, l’attuale Rai, e dedicato a tutti gli immigrati italiani in Belgio».

Il maestro Mazzonetto acconsentì e fu subito un successo, tanto che le trasmissioni, della durata di circa mezz’ora a serata, si protrassero per diverso tempo. E la sua musica, diffusa nell’etere, fu ascoltata ovunque, perfino nella lontana Rhodesia, terra d’Africa dov’era emigrato Matteo Menegaldo, un cugino del Mazzonetto. “Giordano” morì nel 1960 in Belgio, dove tuttora a Dour vive la sua unica figlia. E chissà che adesso non si rinsaldì un legale tra Fossalta e il villaggio belga.

Giovanni Monforte

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