Gioco d’azzardo in crescita: si spendono 436 euro a testa

L’amministrazione aveva approvato la proposta di premiare chi non ha le slot. La lista Possibile Salese: «Contando anche gli altri giochi si arriva a 842 euro»

SANTA MARIA DI SALA. Ammonta a 436 euro la quota pro capite all’anno di giocate sulle slot, ma se si contano anche gli altri tipi di giochi (Gratta&Vinci o Superenalotto) si arriva alla cifra di 842,5 euro.

Sono i dati allarmanti che riguardano le giocate d’azzardo a Santa Maria di Sala nel 2016, quando il Comune aveva circa 17 mila abitanti.

Stefano Artusi, portavoce dell’associazione Possibile Salese, ha riunito una mole di dati che fotografano il territorio con l’obiettivo di spingere l’amministrazione a fronteggiare con forza un fenomeno in espansione. Il dato di 436 euro di giocate l’anno, desta ancora più preoccupazione se si considera che la media conteggia tutti i residenti, anche i neonati e i minori che in teoria non dovrebbero giocare. Inoltre, il dato è riferito alle giocate effettuate esclusivamente sulle 73 slot presenti nel Comune: 4, 1 ogni mille abitanti. Le giocate in apparecchi collocati fuori dal Comune, non rientrano quindi nel calcolo.

Sempre facendo i conti, Artusi spiega che le giocate totali sono state pari a 7,69 milioni di euro: «Facendo riferimento alle stime nazionali» spiega «se a Santa Maria di Sala sulle slot si è giocato per 436 euro, che sono solo un segmento dell’offerta di gioco d’azzardo, corrispondenti circa alla metà del totale della raccolta, con le lotterie varie come Gratta&Vinci, Superenalotto, Lotto, Poker online, scommesse, beting online e altre, si può stimare per Santa Maria di Sala un totale di 14,86 milioni di euro (più del bilancio comunale) e 842,5 euro pro capite giocati».

Il 18 ottobre 2016, Civica Insieme presentò un ordine del giorno con la proposta di premiare gli esercizi che rinunciavano a installare le slot machines. La proposta prevedeva anche di sostenere i commercianti che si privavano degli apparecchi ludici, attraverso degli incentivi rispetto alla tassazione locale che sarebbero stati quantificati con il bilancio di previsione 2017. La proposta era stata approvata all’unanimità dal consiglio comunale. Per Artusi, però, il voto non avrebbe trovato riscontro nella politica di bilancio comunale.

Il problema del vizio del gioco d’azzardo, che rischia di trasformarsi in ludopatia (più correttamente disturbo da gioco d’azzardo) non riguarda, solo Santa Maria di Sala. Nel 2017, il Serd del distretto Mirano-Dolo ha seguito 93 pazienti con diagnosi di disturbo da gioco d’azzardo (81 sono maschi, 12 femmine, più due minorenni). I nuovi accessi nel corso dell’anno sono stati 40. Se si osservano i dati relativi agli anni precedenti, ci si accorge che il fenomeno è in continua crescita. Nel 2012 i pazienti in carico al Serd di Mirano-Dolo erano 32: in sei anni sono triplicati.

La dipendenza riguarda tutte le fasce d’età, anche se le fasce più colpite sono quelle tra i 30-34 e i 45-49. In tutta la provincia si riscontra, purtroppo, una forte propensione al gioco d’azzardo. Confrontando i numeri con quelli delle altre province d’Italia, si scopre che nel 2016 quella di Venezia era al decimo posto per soldi bruciati, ben 911 milioni di euro. Venezia era poi seconda, dietro Rovigo, nella classifica regionale delle giocate con 1067 euro pro capite annui. —


 

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