Gioco d’azzardo e alcolici Decine di richieste d’aiuto
CHIOGGIA. Si beve tutto d'un fiato e, in pochi attimi, lo sballo è servito. È il "binge drinking", la moda della sbornia "veloce", che sta riscontrando sempre più consensi tra i giovanissimi.
E mentre i ragazzini sono alle prese con la sbronza facile, i più grandi si riducono sul lastrico dopo essersi giocati tutto alle slot machine. Sono due facce della stessa medaglia, quella delle dipendenze, che negli ultimi anni è mutata profondamente. Se ne sono aggiunte di nuove, ma sono anche cambiate le abitudini legate alle dipendenze di sempre, come quella dell'alcool. Ben prima della maggiore età tanti hanno già l'abitudine dello spritz e hanno già iniziato a prendere "regolarmente" le sbornie, magari raggiunte assumendo in un breve lasso di tempo una grande quantità di alcolici. Entrambe le abitudini, quella del gioco e quella dell'alcool, che si tramutano ben presto in dipendenze, finiscono col cambiare la vita a centinaia di persone. Nell'ultimo anno hanno subìto un'impennata le adesioni al gruppo di lavoro per combattere il gioco d'azzardo patologico, istituito dall'Acat di Chioggia in collaborazione col Sert, per andare incontro alle sempre maggiori richieste d'aiuto. Attualmente quattordici famiglie sono seguite da psicologi e operatori sociali, che cercano in tutti i modi di farle uscire dal tunnel. Circa quarantacinque famiglie (età media 55 anni) sono invece assistite nell'ambito del gruppo di dipendenza alcolica, ma gli operatori stanno ricevendo richieste di aiuto anche da parte dei giovani. Questi ultimi sono vittime delle nuove abitudini. Non esiste più la vecchia bevuta in compagnia: adesso bisogna star male, si gareggia per raggiungere prima possibile lo sballo e le sbornie "pesanti" diventano d'obbligo a ogni festa tra ragazzini ancora minorenni. E mentre i ragazzini si improvvisano esperti bevitori, gli adulti si giocano i loro risparmi nelle sale giochi. Si inizia giocando saltuariamente e si finisce per essere schiavizzati: non sembra ma tra le due cose il passo è assai breve. «Una forte spinta a giocare d'azzardo», spiega lo psicologo e psicoterapeuta Gianni Cattozzo, «può essere ritrovata nella crisi finanziaria che stiamo attraversando. Spesso il richiamo della grande vincita che, con il minimo sforzo, cambia la vita può essere molto allettante, ma ingannevole. Inoltre non dimentichiamo l'impatto che può avere l'esposizione pressoché continua a pubblicità che sponsorizzano il gioco on-line che può essere praticato in qualsiasi posto a qualsiasi ora. Si gettano così le basi per lo sviluppo di una dipendenza». Per combattere la moda del bicchiere facile, a breve l'Acat e il Sert entreranno nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi.
Andrea Varagnolo
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