Giochi, canti e disegni in piazza per difendere le scuole paritarie

Iniziativa con bambini e genitori nei 133 istituti della provincia veneziana contro il rischio dei tagli ai finanziamenti pubblici. «Così facciamo vedere che patrimonio siamo». Pressante appello a Zaia
Di Francesco Furlan

Striscioni, merende e giochi nelle piazze o nei campi, filastrocche e giochi di una volta. Le scuole parrocchiali del Veneziano ieri hanno voluto mettere la scuola dell’infanzia in piazza per mostrare che cosa fanno ogni giorno i bambini nei 133 istituti dell’infanzia di cui 43 con il nido integrato associati alle Fism - la Federazione delle scuole materne cattoliche - che accolgono 12 mila bambini, quasi 1 su 2 di tutti i piccoli tra i 3 e i 6 anni della provincia.

A Venezia i piccoli delle scuole Bartolomea Capitanio e Santa Dorotea si sono dati appuntamenti in tarda mattinata in Campo San Geremia. «I bambini hanno cantato e poi abbiamo insegnato loro i giochi di una volta come la bella lavanderina o il campanon», racconta Giada Orlandini, la coordinatrice della Bartolomea Capitanio di Santa Croce, a due passi da piazzale Roma «e poi abbiamo fatto la merenda in piazza, con il sostegno di molti genitori che hanno partecipato all’iniziativa. Non una protesta, ma la voglia di mostrare a tutti le nostre attività».

A Spinea invece i bimbi della scuola San Giuseppe si sono spostati nella piazza del municipio, lungo la principale via Roma. Dopo qualche canto, gli oltre settanta bambini della scuola di Santa Bertilla hanno raggiunto la sala consiliare dove hanno incontrato il sindaco Silvano Checchin e un gruppo di assessori, dai quali hanno appreso come funziona un Comune. Poi di nuovo in piazza a disegnare e a regalare i disegni ai passanti, con un volo di palloncini finale.

L’iniziativa della Fism serve ad accendere i fari su una realtà educativa i cui finanziamenti sono sempre più in pericolo. Il costo di un bimbo è di 3 mila euro l’anno, il 60% è assicurato dalla retta - mediamente di 160 euro al mese ma con punte di 200 - il rimanente dall’amministrazione pubblica, il 16% dal Comune. Ed è forse questa la fetta più a rischio, dal momento che i Comuni, con bilanci sempre più magri, si trovano a fare delle scelte: alcuni servizi rispetto ad altri. Per ciò che riguarda invece la Regione nel bilancio previsionale del 2015 ci sono 42 milioni, 21 per i nidi e 21 per le materne, ma in assenza della delibera formale di stanziamento i comitati di gestione delle scuole non possono andare in banca per chiedere l'anticipo della somma che verrà poi erogata da palazzo Balbi. Per questo la Fism chiede al rieletto presidente della Regione Luca Zaia di impegnarsi su questo fronte.

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