Gianpaolo e Renato uniti dopo 40 anni
Questa unione civile s’ha da fare. E così è stato ieri mattina nella sala del Consiglio comunale davanti al sindaco, Andrea Cereser, che ha superato le tensioni dei giorni scorsi con una bella e sobria cerimonia. La prima coppia omosessuale a essere unita civilmente a San Donà ha messo a tacere polemiche e pettegolezzi in un colpo solo. Gianpaolo Veronese, pensionato di 66 anni, ex bancario, si è unito a Renato Bastianutto, 56 anni, amministrativo alla casa di cura di San Donà. 40 anni di vita assieme e adesso una legge che finalmente li tutela. «In questi anni abbiamo vissuto tranquillamente la nostra storia, senza problemi e discriminazioni. Nessuno ci ha preso in giro o denigrato». La cerimonia si è svolta dunque in aula consiliare, nonostante le proteste del consigliere del gruppo misto, Fabrizia Callegher, che aveva proposto di sottoscrivere l’atto in anagrafe. Tanti gli invitati, amici e parenti, anche la fotografa francese Marlene Lipka. Testimoni Mrika Boso e Grazia Bernardi.
Al centro culturale, quasi in contemporanea, un convegno sul referendum e il Sì con il vice presidente della Camera Roberto Giacchetti. Anche lui ha sottolineato come la legge sia arrivata dopo anni e che la riforma costituzionale renderà più veloci anche leggi e decisioni su questi temi. Renato e Gianpaolo, il primo con un elegante foulard e una giacca in lana grigia, il secondo in abito scuro e cravatta, si sono anche scambiati le fedi nuziali. Nulla lo vieta, e con un sottofondo melodico molto rilassante. Una volta avvenuta la celebrazione, sono iniziate le congratulazioni di parenti e amici, poi di Giorgio Perissinotto, il sandonatese di 44 anni, primo in Italia a unirsi con i Pacs assieme all’allora compagno a Padova.
Ad attenderli davanti all’ingresso del municipio, niente riso, vietato come per tutti i matrimoni, ma fiori di carta e applausi a piene mani per una coppia che ha sfidato a suo tempo le convenzioni. Il sindaco Cereser, dopo le polemiche sulla contrarietà personale, come cattolico che ha scelto una via diversa, contrario anche a matrimoni civili per le persone cattoliche, ha commentato con serenità: «Tutti hanno il diritto alla felicità e credo che questa legge dello Stato lo consenta». (g.ca.)
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