«Gianni, la scelta dolorosa porti ad approvare la legge»
VENEZIA. Riconoscenza e tanto amore per la vita, in tutte le sue forme. Sono questi i sentimenti che Emanuela e Marta, moglie e figlia di Gianni Trez, hanno voluto ricordare in una lettera rivolta a tutti coloro che negli ultimi giorni si sono interessati a quanto successo in Svizzera.
Martedì scorso la famiglia si era infatti recata nella struttura Pfafficokon vicino a Zurigo dove, attraverso le associazioni Exit e Dignitas, si era rivolta per il suicidio assistito. «Ci auguriamo» hanno scritto le due donne «che anche questa sua dolorosa decisione, da noi condivisa, possa contribuire ad una seria discussione e all’approvazione finalmente di una legge che non costringa più persone malate a trovare una morte dignitosa in un altro Paese, affrontando lunghi viaggi e notevoli risorse economiche».
Nella clinica la famiglia, senza saperlo, ha saputo che non era la sola a vivere un momento simile. Vicino a loro c’era anche Fabiano Antoniani, noto come dj Fabo, accompagnato da Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni, presente proprio per testimoniare la necessità di una legge sull’eutanasia.
La famiglia Trez si è così ritrovata coinvolta in un tam tam mediatico: «Desideriamo ringraziare tutte le persone che ci sono state vicine nel nostro grande dolore e che hanno voluto bene a Gianni e lo hanno sostenuto nei giorni della sua sofferenza», hanno scritto. «Esprimiamo la nostra sentita riconoscenza ai volontari dell’Avapo che lo hanno assistito con competenza e sensibilità negli ultimi giorni trascorsi a casa e ai medici e al personale sanitario del reparto Otorino del Policlinico di Padova. Siamo riconoscenti a quanti hanno sottolineato i valori in cui credeva Gianni e ciò che ha fatto con grande determinazione nella sua vita - anche con le scelte di ogni giorno - nella difesa degli animali, dell’ambiente, della pace e della giustizia sociale. E ai media che hanno dato positivo risalto alla sua scelta di porre fine in maniera civile a sofferenze terribili e a una vita ormai senza dignità, che non sentiva più di affrontare e che comunque lo avrebbe a breve abbandonato.
Una scelta fatta proprio perché amava la vita». Per chi volesse ricordare Gianni, la famiglia ha chiesto di dare un contributo alla Lav di Venezia per la realizzazione di un rifugio per animali sequestrati dai circhi ( LAV Venezia - Banca Prossima - IT97G0335901600100000148038 - Casuale: contributo a nome di Gianni Trez).
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