Gianni Ferruzzi: «Speriamo in una collaborazione per la tutela della storia»
«Speriamo bene, grazie al vostro aiuto forse stavolta riusciremo ad instaurare una proficua collaborazione con Veritas per tutelare le tracce storiche all'interno del cimitero di Mestre». Gianni Ferruzzi, consigliere del Centro Studi Storici, dopo l'articolo apparso su La Nuova Venezia ieri con le foto della cappella della tomba Berchet in disfacimento, si dice soddisfatto. «Sono contento che l'assessore Bettin ci assicuri che quelle tombe non saranno demolite e che si possa instaurare un dialogo con Veritas. Sono anni che cerco di farlo, ma finora non è stato possibile. Speriamo sia la volta buona». Ferruzzi sabato aveva inviato al nostro giornale una accorata lettera che segnalava come fosse a rischio la demolizione di tombe importanti, come quella di Guglielmo Berchet, direttore della Gazzetta di Venezia dal 1866 al 1875 e che a quindici anni partecipò ai moti risorgimentali contro l'invasione austriaca. Nella stessa tomba sono ospitati anche i resti di Marco Allegri, figlio di Girolamo, sindaco della città e parente di quel Gino Allegri, il patriota il cui nome è ricordato dall'omonima via attigua a piazza Ferretto. «Speriamo che questa attenzione, dopo la denuncia del Centro Studi, ci consenta di salvaguardare al meglio le tombe ottocentesche presenti ai due lati della chiesetta del cimitero. E pure certe lapidi vanno salvaguardate perché sono testimonianza di un'epoca e di usanze che altrimenti rischiamo di perdere. Lungo le mura ci sono anche oggetti che meritano di esser preservati, come una vecchia corona di alloro in ferro, che ha almeno 150 anni. E analoga attenzione e cura chiediamo sia riservata anche alle tombe dei partigiani, molti presenti nel cimitero di Mestre. Come quella di Erminio Ferretto». (m.ch.)
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