Gianluca Salviato rapito in Libia: «Un mese senza notizie»

Doveva tornare per trascorrere le feste di Pasqua con i familiari. La sorella: «Spero torni a casa presto». Il sindaco: «La Farnesina sta lavorando»
Il tecnico italiano rapito ieri in Libia, nella regione della Cirenaica, Gianluca Salviato in una foto tratta da Facebook..ANSA/FACEBOOK - EDITORIAL USE ONLY
Il tecnico italiano rapito ieri in Libia, nella regione della Cirenaica, Gianluca Salviato in una foto tratta da Facebook..ANSA/FACEBOOK - EDITORIAL USE ONLY

MARTELLAGO. Un mese esatto senza notizie di Gianluca Salviato, il tecnico 48enne di Trebaseleghe, ma originario di Martellago, sparito a Tobruk, cittadina nella regione orientale della Cirenaica in Libia, zona dove l’azienda per cui lavora, la friulana Enrico Ravanelli, ha aperto un cantiere per opere di urbanizzazione. Avrebbe dovuto trascorrere la Pasqua serenamente con i suoi familiari e amici, invece dal 22 marzo non si hanno più sue notizie.

Preoccupano anche le sue condizioni di salute, essendo diabetico e bisognoso di farmaci, trovati nella sua auto. Intanto il Comune resta vicino alla famiglia Salviato e i contatti sono costanti.

Tutto fermo. Ieri la sorella del tecnico, Cristiana, ha ribadito come si continua a sperare pur non avendo comunicazioni ufficiali. «Siamo fermi», spiega, «in attesa che ci dicano qualcosa. Da Roma si ripetono fiduciosi ma non ci hanno dato notizie. Quattro settimane sono tante, sarebbe dovuto rientrare in Italia per le feste e sarà senz’altro una Pasqua diversa quella che vivremo. L’augurio che gli faccio? Che torni a casa presto».

Comune. Il sindaco Monica Barbiero ha in piedi due fronti di contatto: i Salviato e il Ministero degli Esteri. «Dalla famiglia», rivela, «sono stata anche di recente e ci sentiamo spesso. Lo stesso dicasi con la Farnesina ma i tecnici e gli esperti continuano a dirmi che stanno lavorando, che è normale questo silenzio. Da Roma mi hanno raccomandato di stare vicini ai parenti e come Comune lo stiamo facendo».

I fatti. Gli ultimi contatti tra Gianluca Salviato e la famiglia sono di venerdì 21 marzo. Poi il silenzio. Il giorno successivo sarebbe dovuto andare in cantiere a Tobruk ma nessuno dei colleghi lo ha visto. È stato prelevato con la forza mentre faceva un sopralluogo per la manutenzione di un impianto di fognatura in una delle zone più pericolose del Paese.

Nella stessa zona, a gennaio, erano stati rapiti altri due italiani, Francesco Scalise e Luciano Gallo, ma poi furono rilasciati un mese dopo. I due uomini, di origine calabrese, erano impiegati in Libia per la costruzione di una strada.

In macchina di Salviato sono state ritrovate le medicine di cui necessita, essendo diabetico: ed è proprio qui che nascono i timori per il suo stato di salute.

A fine marzo, Cristiana e la moglie del fratello, Maria Scarpa, ebbero un colloquio telefonico con il ministro degli Esteri Federica Mogherini, che assicurò il massimo impegno per ritrovare l’uomo. E da qui traggono la forza per continuare a sperare.

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