Giallo sulle corse e le sfide in auto
Una vita «Fast and Furious». In questa vicenda c’è molto della serie di film cult sulla corse spericolate in auto e le sfide tra automobilisti.
Tra i giovani di oggi è uno stile di vita, il vero carburante per la spesso noiosa vita di provincia, soprattutto per chi fatica a integrarsi. Così la comunità virtuale dei social e quella reale delle piazze e dei bar ha già sentenziato: «Quei ragazzi stavano sfidandosi in auto ed è morto chi non c’entrava nulla». Negli anni ’60 c’erano i film “Gioventù Bruciata” e “American Graffiti», poi nei Settanta anche la serie “Happy Days” e poi ancora il film musicale “Grease” che riprendevano il tema delle corse clandestine o delle sfide in auto. Prima l’affascinante James Dean, poi il bullo Fonzie e il simpatico John Travolta. Le corse clandestine o le scommesse sulla velocità sono state una costante nei film e telefilm che hanno attraversato il dopo guerra fino ad oggi. Le aveva inserite, in moto però, anche Carlo Verdone nel film “Troppo Forte”. Al cinema o in Tv va a finire quasi sempre bene. La vita reale è un’altra cosa, e qualche volta il morto ci scappa. “Fast and Furious” è la versione moderna, colorata e vibrante nell’era digitale. Ma lo spirito che attraversa i decenni è sempre lo stesso: la immaturità della gioventù, la voglia di sfida, i soldi facili. Molti nel sandonatese hanno sentito parlare di gare spericolate in auto. Più di qualcuno ha sentito o ha visto nelle noiose e fredde notti invernali delle auto sfrecciare su bretelle desolate o strade di periferia. Ma nessuno lo ha mai denunciato. I due cugini Kosovari negano risolutamente che si trattasse di una gara e con il loro legale stanno preparando la difesa. Lo stesso sostengono i parenti che hanno chiesto scusa alla famiglia di Giuliano Babbo. Ma risse a suon di calci e pugni, corse in auto, sono all’ordine del giorno per certe compagnie che si aggirano nel territorio tra Venezia e Treviso.
Adesso c’è un morto, una vittima innocente che ha pagato con la vita il solo fatto di aver incrociato quelle “furie” in auto. (g.ca.)
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